Poca l’attenzione dedicata dai quotidiani di oggi alla storica sentenza n. 170 della Corte Costituzionale che si è pronunciata nel conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sorto a seguito dell’acquisizione di plurime comunicazioni di Matteo Renzi, via mail e whatsapp, disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Firenze nell’ambito del procedimento sul “caso Open” a carico dello stesso senatore e altri, in assenza di una previa autorizzazione da parte del Senato della Repubblica.

La notizia nelle prime pagine dei quotidiani è solamente su Il Messaggero, Il Giornale, Libero, Il Fatto Quotidiano (ovviamente in negativo: “Consulta contro Cassazione: così fa vincere Renzi”) e QN, Quotidiano Nazionale: per gli altri, evidentemente la notizia non merita alcuna attenzione di rilievo. Due le interviste concesse da Matteo Renzi, che del Riformista è direttore editoriale: Il Giornale e QN, Quotidiano Nazionale, di cui fa parte il quotidiano fiorentino La Nazione. Trafiletti per Il Sole 24 Ore, La Stampa, Il Tempo, Domani. Articoli più importanti per Il Corriere della Sera, il Messaggero, Il Giornale (oltre all’intervista), Libero Quotidiano, Il Dubbio, Il Foglio e il Secolo d’Italia. Articoli altrettanto significativi, ma critici della sentenza, su Il Fatto Quotidiano e La Verità.

La cosa più incredibile è invece il fatto che La Repubblica non dedica alla notizia neppure un trafiletto. Il vuoto cosmico. Censurandola clamorosamente sulla carta stampata. Eppure era stata Repubblica nel giugno scorso a tentare palesemente di condizionare l’esito della sentenza della Consulta con una anticipazione a firma Liana Millella totalmente falsa, perché impossibile da avere: “Dando per scontato il verdetto Milella sembra condizionare l’esito del dibattito, che ancora non c’è stato. Come può dunque Repubblica sapere come è finita una discussione non ancora iniziata? La verità è semplice.”

Non è mancato il commento dello stesso Matteo Renzi con un tweet: “I media hanno sostanzialmente ignorato – con poche eccezioni – la notizia della Corte Costituzionale di ieri. Se avessimo perso, avrebbero dedicato servizi, talk, aperture, richiami in prima. Possiamo fare tutte le riforme della giustizia che vogliamo: ci sarà sempre una questione di deontologia professionale nella stampa da affrontare. Noi comunque dobbiamo sempre rispettare le decisioni dei giornalisti. Mi colpisce tuttavia quel quotidiano che ha dedicato a me e alla mia famiglia pagine e pagine per ogni indagine, notizia, gossip, starnuto. Lo stesso quotidiano che ha scritto decine di articoli anche sull’attesa della sentenza del conflitto di attribuzione. Oggi quel quotidiano non ha pubblicato nemmeno UN RIGO sulla nostra vittoria in Corte Costituzionale. NEMMENO UN RIGO, solo perché abbiamo vinto noi! Quel quotidiano si chiama La Repubblica”.

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