L'appoggio ai referendum
Separazione delle carriere, in piazza ci sono tutti tranne il Pd…
Ieri in piazza Cavour a Roma per la battaglia per la separazione delle carriere c’erano forze di maggioranza e opposizione. Assenti il M5s e il Partito Democratico: questo è il primo dato politico che emerge dalla manifestazione organizzata dall’Unione delle Camere Penali.
Il caldo non ha fermato avvocati da tutti Italia e numerosi esponenti politici riunitisi per affermare la necessità di una riforma dell’ordinamento giudiziario separando magistratura requirente e giudicante. Ad aprire la manifestazione dei penalisti il loro presidente, Gian Domenico Caiazza: «È il momento di accelerare sulla separazione delle carriere. Per questo chiediamo alla politica di affrontare con coraggio questo tema, di riprendere il percorso di discussione della nostra proposta di legge di iniziativa popolare. Non vale la pena dire che il quadro degli equilibri parlamentari fa presumere che il percorso non possa avere successo. Se le battaglie politiche si facessero con la certezza di vincerle prima di iniziare a combattere non ne faremmo nessuna».
Il secondo dato politico di rilievo è la stretta di mano virtuale tra l’UCPI e la Lega per rafforzare le reciproche lotte. Salvini, che fu tra i primi a sottoscrivere la pdl dell’Ucpi, ha assicurato: «Insisterò affinché il Parlamento riprenda l’esame di una proposta sacrosanta che è arrivata da migliaia di cittadini. Noi alimenteremo questa fiammella per la separazione delle carriere che è una scelta di civiltà. E se arrivano un milione di firme per i referendum promossi con il Partito Radicale questo aiuterà il Parlamento che deve fare le riforme». Caiazza ha quindi benedetto i referendum: «Abbiamo 131 camere penali in tutta Italia. Mi auguro che, ferma l’idea centrale della riforma costituzionale della separazione delle carriere, i penalisti italiani sappiano dare il loro contributo per raggiungere l’obiettivo delle firme necessarie per votare poi i quesiti referendari. Non si deve e non si può fallire questo obiettivo, a maggior ragione dopo la presa di posizione dell’Anm».
Per Italia viva è intervenuta l’onorevole Maria Elena Boschi: «Italia viva è accanto ai penalisti, perché non solo condividiamo la battaglia per la separazione delle carriere, ma pensiamo che sia urgente una riforma complessiva della giustizia. Siamo passati da Conte e Bonafede a Draghi e Cartabia, e possiamo finalmente dire che il garantismo torna ad avere dignità nel dibattito pubblico». Il deputato di +Europa Riccardo Magi ha precisato: «Con questa nuova situazione politica cosa si aspetta a riavviare l’iter della norma? Con il collega di Azione Enrico Costa una decina di giorni fa abbiamo scritto al Presidente della Commissione affinché ripartisse l’Iter. Però nell’ufficio di presidenza di due giorni fa sono stato l’unico a chiedere che questo avvenisse. Mi auguro che a partire da oggi tutti i partiti si impegneranno per fare lo stesso». Presente anche il sottosegretario alla Giustizia e deputato di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto: «Ho avuto l’onore di essere il relatore della pdl che aveva la caratteristica di chiarire che chi accusa non può essere colui che giudica. Nella riforma dell’ordinamento vi è un passaggio che è viatico per la separazione: la riduzione delle ipotesi dei passaggi di funzioni. È vero: bisogna riattivare il percorso di discussione della pdl ma spetta al Parlamento».
Per Fratelli d’Italia è intervenuto il senatore Alberto Balboni: «Siamo qui perché la separazione delle carriere è la riforma fondamentale per garantire il compimento dell’articolo 111 della Costituzione, non ci può essere un giusto processo senza una parità assoluta tra accusa e difesa». Invece, raggiunta dal Riformista la senatrice Rossomando del Pd ha spiegato così l’assenza: «Il passaggio da una funzione all’altra già oggi è estremamente difficile e le misure in discussione alla Camera lo limiteranno ulteriormente. Isolare i pm in un loro Csm non è la risposta aggiornata a questioni che sono sul tavolo delle riforme in via di approvazione. Presunzione di non colpevolezza, parità tra accusa e difesa, tutela del contraddittorio, stop alla gogna mediatica, sconfiggere il correntismo. Sono le nostre proposte e nei prossimi giorni voteremo in Parlamento e su questo il confronto prezioso con l’Ucpi c’è sempre stato e proseguirà. A differenza di altri però non facciamo due parti in commedia». L’avvocato Caiazza dalla piazza si era augurato tuttavia che «per il futuro si partecipi ad una manifestazione anche se non si condivide l’impostazione: siamo persone accoglienti e amicali».
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