L’opposizione in Serbia è scesa in piazza accusando il presidente Aleksandar Vucic di brogli alle elezioni, ma rispetto ai giorni precedenti ieri sera la protesta ha assunto contorni violenti. Migliaia di persone hanno assediato per ore la sede del Municipio a Belgrado, tentando anche di entrare nell’edificio governativo. Si sono verificati diversi scontri con le forze dell’ordine e alla fine il bollettino è di 35 arrestati e alcuni agenti feriti, due in maniera grave.

Le proteste in Serbia dopo le elezioni

È stato il settimo giorno consecutivo che il movimento “Serbia contro la violenza” ha chiamato in strada le opposizioni per dar vita a una manifestazione antigovernativa. L’obiettivo era denunciare i presunti brogli avvenuti durante le elezioni parlamentari e amministrative svoltesi lo scorso 17 dicembre nel Paese. Ma ieri la situazione si è accesa, con migliaia di persone che hanno cercato di forzare le recinzioni vicino la sede del Municipio per assaltarla. Uova, bottiglie, pomodori, è stato tirato di tutto contro l’edificio e contro le forze di polizia arrivate in gran numero per difendere il Municipio.

Gli agenti hanno sparato gas lacrimogeni per cercare di disperdere i manifestanti, prima di fare un cordone di sicurezza e respingere la folla nelle strade laterali e verso la piazza Slavija.

Serbia, le parole del presidente Vucic

Nella serata di ieri, il presidente Aleksandar Vucic ha convocato una riunione urgente del Consiglio per la sicurezza nazionale. Trentacinque persone sono state arrestate, con l’accusa di tentativo di assalto alle istituzioni. Inoltre, diversi agenti sono rimasti feriti, tra cui due in modo serio, colpiti da sassi o altri oggetti contundenti lanciati dai manifestanti.

Per Vucic, gli incidenti sono stati un tentativo di “presa di potere forzata delle istituzioni statali”. Secondo il leader serbo “tutto era stato preparato in anticipo. Abbiamo prove solide a sostengo e non ci arrenderemo. Nessuno ha il diritto di distruggere la nostra casa, di distruggere la proprietà del nostro Paese e dei nostri cittadini, per non parlare del fatto che hanno causato gravi ferite ai nostri agenti di polizia”, ha detto Vucic alla Tv filo governativa Pink.

La reazione della Russia: “Come Maidan in Ucraina”

A commentare le proteste in Serbia post elezioni è stata anche la Russia. Per la portavoce del ministero degli Esteri russo, Mariza Zakharova, la colpa è dell’Occidente e dei suoi sforzi “evidenti” per “infiammare la situazione in Serbia”. Alla Tass, Zakharova ha poi detto: “Stanno cercando di infiammare la situazione utilizzando ‘le tecniche di Maidan‘, è evidente”. Un riferimento alla celebre piazza di Kiev teatro della rivolta ucraina contro l’allora presidente filorusso Viktor Janukovic tra il 2013 e il 2014.