Tragedia a Seriate, in provincia di Bergamo dove questa mattina, intorno alle 9:15, una donna di 39 anni è stata accoltellata nel parcheggio del supermercato Lidl di via Lombardia, al termine di una lite con un uomo di 48 anni. L’aggressore, identificato come il marito della vittima, è stato arrestato dai carabinieri, mentre la donna, gravemente ferita, è stata soccorsa sotto gli occhi sconvolti dei presenti. Sarebbe stata la vittima, durante i soccorsi, a indicare l’aggressore: «È stato mio marito».

I soccorsi

Alcuni clienti del supermercato sono intervenuti per fermare l’uomo, tra cui uno che si è ferito a un orecchio durante il tentativo di bloccare l’aggressore. La donna è stata portata all’interno del market per ricevere i primi soccorsi, prima di essere trasportata d’urgenza in codice rosso all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Seriate, chi è la donna accoltellata: la prima denuncia al marito e il ritiro della querela

La donna accoltellate si chiama Daniela è di origini romene, e ha due figli. L’uomo, connazionale classe 1976 era stato sottoposto alla misura di divieto di avvicinamento alla donna, seguita a una denuncia per maltrattamenti. Poi, da ottobre, il divieto era cessato “anche a seguito della remissione di querela da parte della stessa moglie, ma era stato comunque condannato dal Tribunale di Bergamo per tali reati”. Dopo la prima denuncia, i due vivevano in diverse abitazioni, lui a Pedrengo e lei a Seriate. Le forze dell’ordine stanno indagando per ricostruire i dettagli dell’accaduto.

Seriate, i racconti dei testimoni: “Si accaniva su di lei”

Una testimone, ancora sotto shock, ha raccontato all’Eco di Bergamo: “C’erano urla strazianti e quell’uomo si accaniva su di lei. Non dimenticherò mai quella scena”. Alexandra Adina, cassiera del supermercato Lidl di Seriate ricostruisce invece a Lapresse l’accaduto: “Non stava scappando, non si è mai fermato, continuava a pugnalarla. È stato scioccante, sono ancora traumatizzata. L’abbiamo portata all’interno del negozio, stesa per terra, cercando di tamponare le ferite e facendola parlare per non farle perdere conoscenza fino all’arrivo dell’ambulanza. Le abbiamo chiesto come si chiamava. C’erano due nostri clienti che l’hanno aiutata e che hanno tamponate le ferite”.

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