La storia di un abbandono
Sferisterio di Fuorigrotta, da 40 anni simbolo del degrado di Napoli: “Presto un centro sportivo”

“Intorno al castello crebbe una così grande quantità di piante, un intreccio di rovi e spine che solo in lontananza se ne vedeva la cima”. Recita così la fiaba della Bella Addormentata nel Bosco, ma la stessa descrizione potrebbe essere attribuita allo Sferisterio di Napoli, struttura sportiva di epoca fascista che giace sotto l’”incantesimo” dell’abbandono da oltre 40 anni. A rendere il tutto meno romanico è la quantità di spazzatura impigliata tra i rovi e il degrado generale a cui è stato lasciato. Ma forse 40 anni dopo potrebbe arrivare un principe a spezzare il suo incantesimo.
L’ABBANDONO – “Parliamo di una struttura che è distrutta e abbandonata da 40 anni”, spiega Diego Civitillo, presidente della X Municipalità di Napoli dove si trova l’enorme blocco di cemento che un tempo era una struttura sportiva. Si trova a piazza Italia, nel cuore del quartiere Fuorigrotta, uno dei più popolosi di Napoli. Guardandolo dall’alto è come un enorme scatolone senza coperchio incastonato nella folta schiera di palazzoni della zona. E come tutti i luoghi abbandonati è diventato presto una discarica a cielo aperto di rifiuti di ogni genere.
“Da un lato c’era una situazione di degrado strutturale che ci preoccupava per la caduta di calcinacci e la stabilità delle pareti – spiega Civitillo – Poi veniva costantemente utilizzato come ricovero da molti senza fissa dimora e non sapevamo esattamente cosa succedeva lì dentro. Per cui come prima cosa abbiamo chiesto di chiudere tutti gli accessi”. Intanto lo Sferisterio è diventato uno dei luoghi simbolo del degrado e dell’immobilismo amministrativo. Ma una luce si intravede all’orizzonte.
LA STORIA DI UN ABBANDONO – Lo Sferisterio è una struttura costruita nel 1940 come stadio per le competizioni sportive di palla basca. La sua architettura imponente e con bassorilievi raffiguranti gli atleti è in puro stile fascista, periodo in cui fu teatro di incontri nazionali ed internazionali di pelota basca, di ping pong e di tamburello che all’epoca contava numerosi appassionati. Con il passare degli anni diventò arena di concerti.
Negli anni ’80 inizia il declino di quella struttura a partire dal terremoto del 1980 che lo lesionò. Poi a capodanno del 1986 un incendio doloso distrusse il soffitto irrimediabilmente. Gli articoli dell’epoca parlarono di un regolamento di conti di un clan che aveva chiesto il pizzo per il concerto che si sarebbe dovuto svolgere lì con protagonisti Riccardo Fogli e Franco Califano. E qui comincia la storia di un abbandono.
IL VINCOLO ARCHITETTONICO – Il 4 ottobre 1999 la Sovrintendenza per i beni culturali ed artistici di Napoli pose la struttura sotto tutela, inibendone qualsiasi variazione di destinazione d’uso. Così inizia anche il calvario per quella struttura che va sì tutelata per la bellezza dei suoi bassorilievi, l’imponenza della struttura e il suo valore storico, ma ha scoraggiato negli anni chiunque avesse avuto voglia di riqualificare quel luogo. Nel 2002 l’annuncio del recupero con l’ ipotesi d’accordo con la Società attività concessioni sportive (Sacs). Il progetto prevedeva una ristrutturazione su tre piani con cinema, ludoteca e centro commerciale che fu bocciato dalla Sovrintendenza.
“Ci fu l’idea di creare una grande pista di pattinaggio su ghiaccio – continua Civitillo – ma le dimensioni cozzavano con le prescrizioni dettate dalla Sovrintendenza. Alla luce dello stop non si riuscì a realizzare il progetto. In quel periodo non ci fu la capacità e la volontà di modificare la condizione di questa struttura”. E così ancora una volta abbandono fu.
IL PROGETTO DI RECUPERO – Altri 20 anni dopo sembra che all’orizzonte ci sia una nuova speranza. “Le prospettive per il futuro sono interessanti – spiega il presidente della Municipalità – Pochi giorni fa si è tenuto un incontro in prefettura e la proprietà ha valutato positivamente di riprendere il progetto che era già stato realizzato ma con una serie di modifiche progettuali. La pista di pattinaggio è stata stralciata dal progetto, verrà realizzata al secondo piano una struttura sportiva polifunzionale per la pallavolo, il basket e anche un auditorium. Al primo piano ci sarà invece una zona commerciale così come già autorizzato negli anni 2000″.
LA TEMPISTICA – “L’idea è chiudere tutta la parte progettuale entro fine mandato (attualmente nuove elezioni potrebbero esserci a ottobre 2021, ndr), poi ci saranno i tempi tecnici dei lavori che saranno abbastanza lunghi e complessi per via dei vincoli architettonici. La struttura necessità proprio di un lavoro di restauro. La volontà è quella di restituire allo sferisterio la sua vocazione sportiva e di restituirlo al quartiere”. Ora non resta che aspettare per capire se si tratta dell’ennesima speranza svanita.
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