Sfruttamento del lavoro e manodopera cinese in nero, la Giorgio Armani operations in amministrazione giudiziaria

La Giorgio Armani operations spa in amministrazione giudiziaria. La società del gruppo Giorgio Armani, che produce e commercializza accessori e abbigliamento del colosso della moda, è infatti risultata al centro di un’inchiesta condotta dai pm Paolo Storari e Luisa Baima Bollone, insieme al nucleo ispettorato del Lavoro dei carabinieri.

Giorgio Armani operations, l’inchiesta sul caporalato

A disporre l’amministrazione giudiziaria è stata la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano. Il provvedimento è frutto dell’indagine che si sta concentrando su un presunto sfruttamento del lavoro, attraverso l’utilizzo negli appalti per la produzione di opifici abusivi e il ricorso a manodopera cinese in nero e clandestina.

La Giorgio Armani operations spa, infatti, secondo gli investigatori sarebbe stata “ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell’ambito del ciclo produttivo non avendo messo in atto misure idonee alla verifica delle reali condizioni lavorative ovvero delle capacità tecniche delle aziende appaltatrici tanto da agevolare (colposamente) soggetti raggiunti da corposi elementi probatori in ordine al delitto di caporalato“.

La replica del gruppo Armani

“La società ha da sempre in atto misure di controllo e di prevenzione atte a minimizzare abusi nella catena di fornitura”, si legge in una nota del gruppo Armani. “La GA Operations collaborerà con la massima trasparenza con gli organi competenti per chiarire la propria posizione rispetto alla vicenda”.