Arriva la diffida alla Rai da parte di Vittorio Sgarbi. Il sottosegretario di Stato diffida la tv di Stato a mandare in onda l’inchiesta che lo riguarda.

La diffida dei legali di Vittorio Sgarbi

I legali di Vittorio Sgarbi hanno inviato una pec alla Rai per intimare all’azienda pubblica a non trasmettere l’inchiesta di Report e del Fattosul mistero del dipinto che nel 2021 presentò come “inedito” del Manetti di sua proprietà, ma risulta rubato a Buriasco (To) nel 2013.

La violazione del segreto istruttorio di Report

Scrive l’avvocato Giampaolo Cicconi, storico legale del critico-politico Vittorio Sgarbi.

“Tale inchiesta – si legge – risulta sub judice tanto che, stando a quanto scritto dal quotidiano, i Carabinieri del Nucleo tutela dei Beni Culturali di Roma hanno escusso sulla vicenda, quale persona informata sui fatti, il sig. Gianfranco Mingardi. Quindi, può dirsi tranquillamente che l’nchiesta di “Report” e del “Il Fatto” viola, allo stato, il segreto istruttorio, e precisamente gli artt. 114 e 329 c.p.p., e gli artt. 326, 379 bis e 595 codice penale”.

“la loro divulgazione in un articolo “orientato” potrebbe influenzarne l’esito a scapito della presunzione d’innocenza, dell’equo processo e della tutela della privacy dell’imputato. Lo Stato è, perciò, obbligato ad adottare misure dissuasive e restrizioni alla libertà di stampa per tutelare questi diritti fondamentali”.

L’inchiesta di Report con tutti i protagonisti

L’inchiesta ripercorrerà la vicenda tramite le testimonianze dirette dei suoi protagonisti, a partire da Sgarbi.   Saranno analizzate le incongruità, documentali e non solo, della provenienza dichiarata ufficialmente da Sgarbi, sia nel testo curatoriale del 2021 che davanti alle telecamere: sostiene d’aver comprato una villa in abbandono e averci trovato dentro un caravaggesco.

Una seconda diffida all’indirizzo della Rai

Nelle stesse ore, alla Rai arriva una seconda diffida, analoga, da un altro protagonista della vicenda. È l’amico e fedelissimo di Sgarbi Paolo Bocedi, paladino dell’antiracket che, per sua stessa ammissione, si era recato più volte al castello su mandato del politico collezionista per tentare di acquistare il dipinto che sparirà a distanza di poche settimane.

Stessa motivazione del segreto istruttorio

Anche questa è motivata dalla necessità di mantenere il “più assoluto segreto istruttorio”, che verrebbe irrimediabilmente violato dalla messa in onda. Di più, la “la pubblicazione del filmato potrebbe influenzare l’esito a scapito della presunzione di innocenza”.

 

Redazione

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