Assossharing: "Si otterrebbe 'tesoretto' per potenziare offerta sharing e rafforzare sicurezza ”
Sharing mobility, al Mef prosegue il confronto sull’abbassamento dell’Iva al 10%

Prosegue il dialogo tra gli operatori della sharing mobility e il Mef e la Commissione Bilancio del Senato per introdurre misure che consentano di stimolare il settore, rendendolo sempre più accessibile ai cittadini. In quest’ottica è in corso un confronto finalizzato ad un abbassamento dell’Iva per il comparto dal 22% al 10%, ottenendo così nuove risorse che verrebbero investite in due direzioni. Da una parte si potenzierebbe l’offerta della sharing mobility e in particolare del car sharing, aumentando così le capacità dei provider di ingrandire e rinnovare le flotte – che a livello nazionale contano poco più di 7.000 veicoli – e ponendo i presupposti per un aumento di operatori e di offerta – attualmente confinata per lo più nei grandi centri urbani – in altre aree del Paese attualmente scoperte. L’altra parte delle risorse verrebbe utilizzata per rafforzare i profili di sicurezza, specie nella microbilità, grazie a un’implementazione dei dispositivi tecnologici e all’attivazione di appositi corsi di formazione in particolare nelle scuole.
Sostenere il car sharing significherebbe incrementare il ricorso a un servizio che riduce sensibilmente il traffico delle auto private e dunque anche l’inquinamento. Occorre infatti ricordare come l’Italia, secondo i dati dell’Unione Europea, si attesta al secondo posto (dietro soltanto il Lussemburgo) come tasso di motorizzazione. Allo stesso tempo il nostro Paese registra ogni anno – sulla base dei dati 2019 dell’Agenzia Europea dell’Ambiente – circa 49mila morti per polveri sottili e 10.640 per biossido di azoto. Il carsharing inoltre – al contrario dei mezzi privati che rimangono fermi il 95% del tempo – ottimizza l’uso dei veicoli e, circolando in continuazione, libera spazio urbano ora destinato ai parcheggi. Uno spazio prezioso che può essere meglio utilizzato per aree verdi, corsie di mobilità dolce o dehor per attività commerciali.
L’abbassamento dell’Iva garantirebbe inoltre un ‘tesoretto’ per produrre un avanzamento in termini di sicurezza nell’ambito della micromobilità e per assicurare un’accelerazione nel ‘modal shift’ dall’auto privata ad altre forme di mobilità sostenibile nel contesto urbano. Soprattutto il carsharing ha patito significativi contraccolpi a causa della pandemia, ma sconta già da prima alcuni problemi strutturali dovendo sostenere ingenti costi fissi e operativi. Una situazione paradossale, se si considera che la sharing mobility riveste un ruolo cruciale di integrazione e sostegno del Tpl nell’ambito della mobilità urbana, per quanto concerne la copertura del cosiddetto ‘ultimo miglio’.
“L’abbassamento dell’Iva, che avrebbe un costo molto contenuto – circa 9,5mln di euro – getterebbe le basi per una maggiore sostenibilità economica di tutti i servizi di sharing e sarebbe inoltre un primo passo per iniziare a colmare quello che oggi si può definire un vero e proprio ‘sharing mobility divide’, cioè la mancanza di mezzi e servizi in condivisione in alcune aree del Paese, specialmente nei centri di medie dimensioni e nel Centrosud” afferma Luigi Licchelli, vicepresidente di Assosharing.
L’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility nel suo ultimo rapporto evidenzia infatti come soltanto il 22% della popolazione italiana sia servita da almeno un servizio di mobilità in sharing. Un dato in netta controtendenza in una fase storica in cui la transizione ecologica è elemento centrale di sviluppo a livello internazionale e che dovrebbe quindi indurre a incentivare tutte le forme di mobilità sostenibile.
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