Il Consiglio dei Ministri ha approvato nuovo decreto PNRR che contiene anche le norme per la sicurezza sul lavoro. Dal primo ottobre 2024 è prevista la patente a “crediti” per la sicurezza sul lavoro. Aziende e lavoratori autonomi che operano nei cantieri edili temporanei o mobili sono tenuti al possesso della patente aziendale rilasciata dall’Ispettorato nazionale del lavoro. Occorre, pertanto, formazione, possesso del Durc, del Documento di valutazione dei Rischi e del Documento Unico di Regolarità Fiscale. L’avvocato Gianni Scarpato, già consulente legale di grandi imprese, solo per citarne qualcuna, Arcelor Mittal SpA, Acciaierie d’Italia SpA (ex Ilva Spa in AS), Bridgestone SpA, Ente Autonomo Volturno srl, e titolare dell’omonimo studio legale, con sede a Napoli, Roma e Milano, si pone da sempre l’obbiettivo di divulgare l’importanza della formazione, quale punto di partenza necessario per tutelare la salute dei lavoratori e la tutela giuridica del datore di lavoro.

Avvocato Scarpato, quanto crede che sia importante, per la sicurezza dei lavoratori, l’introduzione della patente a punti?
Credo che ogni iniziativa diretta alla divulgazione del concetto di sicurezza negli ambienti di lavoro sia sempre giusta. Non bisogna, però, cadere nel concetto di norma “imposta”, né al datore di lavoro né al lavoratore. Il concetto di sicurezza sul lavoro deve trovare le radici nella consapevolezza che il rispetto della norma può salvare la tua vita. Mi piace per esempio ricordare uno slogan ideato dal Dott. Salvatore Strino, RSPP – EHS di Bridgestone SpA, ove si legge all’interno dello Stabilimento “se ti accorgi che la mia mamma oppure il mio papà fa qualcosa di non sicuro, per favore, fermala/o”; tale richiamo, talora, porta ad un comportamento prudente più di ogni altra imposizione costituita da decine di procedure per “imporre” un concetto di sicurezza, che non troveranno mai reale applicazione.

Ritiene che i Tribunali siano pronti per affrontare centinaia di cause in tema di sicurezza sul lavoro?
Decisamente no. In materia di sicurezza sul lavoro, l’accertamento della responsabilità richiede tempi lunghi ed approfondimenti attenti. Occorre sentire la persona offesa, testimoni, studiare procedure aziendali e voluminosi documenti di valutazione del rischio, valutare condotte singole sia datoriali che dei lavoratori, capire le dinamiche in caso di più imprese convolte etc. Tali accertamenti, ad oggi, non sono sempre possibili, soprattutto presso le Procure e relative attività delegate, attesa la mancanza di personale e, pertanto, l’accertamento della verità è strettamente legata a lunghissimi dibattimenti, che durano, mediamente, tra i 3 ed i 5 anni. Tale lento processo di accertamento rappresenta una sconfitta per tutte le parti coinvolte.

In quest’ ottica quale potrebbe essere un possibile rimedio?
Sicuramente nelle attività aziendali complesse la delega, ex art. 16 e sss. D. Lgs. 81/08, in materia di sicurezza sul lavoro è essenziale. L’Istituto della delega, unitamente alla sub delega, consente al datore di lavoro di strutturare la gestione quotidiana delle attività. Sia gli Enti Ispettivi che i Tribunali riconoscono l’importanza della delega anche perché appare evidente che un datore di lavoro, in aziende complesse, non potrà umanamente controllare centinaia di attività lavorative quotidiane.

Quali sono le caratteristiche principali per l’applicazione di una delega efficiente per sua esperienza?
Competenza – documentata – del soggetto delegato, suddivisione di aree, accettazione per iscritto da parte del delegato con conoscenza reale dell’attività da porre in essere, autonomia di spesa con reale disponibilità degli importi assegnati.

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Esperto di social media, mi occupo da anni di costruzione di web tv e produzione di format