Nessun colpevole per il sequestro e la prigionia, durata 18 mesi, di Silvia Romano. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’indagine sul rapimento della cooperante della onlus marchigiana Africa Milele con la quale la ragazza, oggi 27enne, partì per il Kenya.

Il reato ipotizzato nel fascicolo coordinatore dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco era di sequestro di persone per finalità di terrorismo: all’archiviazione si è arrivati per la mancanza di collaborazione delle autorità keniote, che non hanno mai risposto alle tre rogatorie inviate dall’Italia. Non è stato quindi possibile formalizzare l’accusa anche in Italia nei confronti delle tre persone attualmente sotto processo a Nairobi.

Tre dei sequestratori, Moses Luwali Chembe, Abdalla Gababa Wario e Ibraihm Adam Omar, sono stati arrestati e sono tutt’ora sotto processo. L’ultimo, Adam Omar, in libertà su cauzione e considerato l’uomo più pericoloso dei tre, ha fatto però perdere le sue tracce.

L’archiviazione dell’indagine ‘salva’ così anche la stessa Africa Milele: l’archiviazione riguarda anche il segmento di indagine avviato su eventuali responsabilità, sotto il profilo della sicurezza, della onlus.

Silvia Romano, oggi Aisha dopo la conversione all’Islam avvenuta durante la prigionia in Kenya nelle mani dei terroristi di Al Shabab, venne sequestrata il 20 novembre del 2018 mentre si trovava nel villaggio di Chakama, a circa 80 km da Malindi, e liberata soltanto il 9 maggio del 2020.

Tornata in Italia, Aisha ha ripreso in mano la sua vita: si è sposata con un vecchio amico d’infanzia, Paolo, a sua volta convertitosi all’Islam. Oggi vive alla periferia di Milano con la sua famiglia ed è insegnante di lingue, ma è ancora attiva nel volontariato ed è stata anche testimonial del progetto europeo Yes contro l’islamofobia.

Redazione

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