E’ finita la pacchia“. Si esprime come il leader della Lega Matteo Salvini il tassista scagliatosi contro Silvia Salis, l’ex lanciatrice del martello e oggi vicepresidente del Coni, colpevole di aver chiesto di pagare la corsa con il Pos. Apriti cielo. La reazione del tassista è stata veemente. A raccontare lo spiacevole episodio, avvenuto a Genova, è la stessa ex atleta olimpionica attraverso i propri canali social.

“Genova #taxi verso l’aeroporto: vedo il #pos quindi chiedo di pagare con il bancomat 32 euro. Mi dice che no, che ora lui non è più obbligato “che è finita la pacchia delle banche” che a lui servono contanti. Di fronte alle mie obiezioni ha iniziato a urlare con arroganza che ora, lui, può fare come vuole, ora lui può fare, finalmente, come vuole” scrive Salis.

“Innanzitutto – precisa – voglio ringraziare i tassisti onesti che svolgono un servizio pubblico indispensabile, e che si dotano degli strumenti per accettare ogni tipo di pagamento, e che sono la stragrande maggioranza. Segnalo, ad esempio, il tassista che ho incontrato al mio arrivo sabato all’Aeroporto di Genova. A termine corsa gli ho comunicato che avrei pagato con la carta, e lui mi ha detto ‘certamente signora, ma la invito a portare con lei del contante perché molti miei colleghi le faranno dei problemi'”.

Problemi che si sono puntualmente verificati: “Ho deciso di raccontare questo – scrive – innanzitutto per il livello di aggressività verbale ma soprattutto perché per la prima volta ho avvertito che il mio interlocutore si sentiva legittimato a comportarsi così, pur avendo il Pos in auto. E’ un peccato che soggetti di questo genere screditino una categoria fondamentale per la mobilità del nostro Paese, una categoria di lavoratori onesti esposti a turni stancanti e grandi rischi. Sono i tassisti per bene – conclude Salis – non i clienti come me i primi ad essere danneggiati da questi episodi”.

Redazione

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