Era il 3 novembre 2020 quando Simone Frascogna, 19 anni di Casalnuovo, è stato colpito da 9 fatali coltellate. Ora la Procura di Nola ha chiesto l’ergastolo per Domenico Iossa, appena 19enne, originario di Acerra, reo confesso di quell’omicidio nato per futili motivi. La prossima udienza è prevista per il 16 novembre, quando sarà emessa la sentenza per l’imputato.
Secondo quanto riportato da Voce di Napoli, oltre alla pena dell’ergastolo il pubblico ministero avrebbe chiesto anche sei mesi di isolamento diurno, rigettando dunque qualsiasi attenuante nei confronti dell’imputato. A 24 ore dall’omicidio Iossa confessò tutto ai Carabinieri di Castello di Cisterna.
L’omicidio di Simone Frascogna
Quella sera Iossa viaggiava a bordo di una Smart con altri due amici minorenni quando si è verificato un diverbio per motivi di viabilità con Simone e l’amico Luigi Salomone, anche lui 19enne. Una discussione animata nel corso della quale Iossa jr si sarebbe vantato di alcune parentele “pesanti” nel campo della malavita.
Dopo lo scontro verbale, a far scattare l’aggressione è stato un gesto mal interpretato. Simone ha infatti accostato sulla sinistra, parcheggiando la propria auto nei pressi dell’abitazione di un amico in attesa che scendesse. La circostanza però è stata interpretata come un atto di sfida da parte dei tre che non hanno esitato a fermarsi assaltando l’auto di Simone.
Il primo a finire nel mirino è stato l’amico Luigi che ha ricevuto una coltellata da Iossa. A quel punto è intervenuto Simone che ha provato in tutti i modi a difendere il compagno. Nella colluttazione fisica stava avendo la meglio prima di subire diverse coltellate rivelatesi poi fatali. Frascogna morirà di lì a poco, subito dopo l’arrivo al pronto soccorso del Cardarelli. Salomone ha riportato una prognosi di 15 giorni.
Le tempestive e compiute indagini dei carabinieri, hanno portato in poche ore non solo all’identificazione dei responsabili ma anche alle loro rispettive confessioni rese innanzi ai magistrati ed agli investigatori, alla presenza dei difensori. Iossa fu portato presso il carcere di Poggioreale, i due minori invece al Centro di Prima Accoglienza ai Colli Aminei.
La lettera di Iossa alla famiglia di Simone
“Io sottoscritto Domenico Iossa junior, nato ad Acerra, in relazione a quanto ho commesso la sera del 3 novembre 2020 voglio dire che da quella sera anche io, per un verso, non vivo più”. Scrisse così Iossa alla famiglia di Simone dicendosi pentito per l’accaduto. “Voglio chiedere pubblicamente scusa alla famiglia di Simone, vi chiedo immensamente scusa, vorrei tanto tornare indietro e non fare ciò che invece ho fatto. Ho sbagliato e sono pronto a pagare, sono tre giorni che non mangio e che non bevo perchè non riesco sopportare il peso di avere tolto la vita ad un mio coetaneo. Chiedo ancora scusa alla famiglia di Simone. Io, non ho mai scelto una vita di strada”.
Il dolore della mamma di Simone
L’udienza dinanzi alla Corte d’Assise è stata particolarmente dura per Natascia Lipari, la mamma di Simone. Secondo quanto riportato da Voce di Napoli durante l’udienza sono stati mostrati i video di quella brutale aggressione. “Oggi è stata più dura delle altre udienze– ha raccontato a Vocedinapoli.it – oggi è stato mostrato il video che riprende l’omicidio di mio figlio ed è stato detto tutto. Ho dovuto ascoltare tutto. Noi non siamo riusciti a guardare il video, io non voglio vederlo. I miei occhi non possono vedere quelle immagini, ho ascoltato quello che loro hanno fatto, ho ascoltato le parole del pm, il prima e il dopo. L’ho sempre detto e continuerò a dirlo, sono figli di Satana“.