Yahya Sinwar è stato ucciso a Rafah. Per mesi la pressione internazionale pacifista minacciava Israele di non entrare a Rafah. “Tutti gli occhi puntati su Rafah”, urlavano sui social. Se Israele entra a Rafah, dicevano gli analisti, Israele perderà l’appoggio della comunità internazionale.

Chi era Sinwar

Sinwar era lì. L’assassino di migliaia di israeliani, lo stupratore, il massacratore, quello che ha ordinato ai suoi uomini di uccidere il maggior numero di ebrei, di bruciare i bambini, violentare e mutilare le donne, devastare migliaia di famiglie, di fare i video e mostrarli al mondo, si nascondeva lì. Hamas è decimata, il 90% della forza militare è stato distrutto. La sua capacità offensiva è ormai vicina allo zero.

Hamas decimata, Hezbollah decapitata

Probabilmente ci sono ancora migliaia di terroristi di Hamas vivi a Gaza e armati, ma senza guida strategica e senza riferimenti operativi. Hamas è una organizzazione sfinita, in ginocchio. Hezbollah è decapitata, è stata demolita più della metà della sua capacità offensiva. A Gaza ci sono ancora 101 rapiti. Non sappiamo quanti siano ancora vivi, non sappiamo in mano a chi stiano, ma ora devono tornare a casa.

Adesso l’immediato rilascio degli ostaggi

Il governo israeliano ha un’opportunità ora: ottenere l’immediato rilascio degli ostaggi. Fino a che non torneranno a casa tutti, gli israeliani non saranno liberi. Con la guerra Israele, da solo, ha messo in ginocchio Hamas ed Hezbollah, ha isolato l’Iran; ora deve trasformare il risultato dell’enorme sforzo militare compiuto in un risultato politico. I leader occidentali devono uscire dall’ambiguità e sostenere Israele. Ora, senza più esitazioni.

Stefano Parisi – Presidente associazione Setteottobre.