La testimonianza
Soldati belve, l’orrore di Natalya: “Mio marito giustiziato, io violentata con la pistola puntata alla testa”
Hanno prima ucciso suo marito. Poi l’hanno violentata, più volte, mentre suo figlio di appena 4 anni piangeva terrorizzato in un’altra stanza.
Natalya (nome di fantasia) ha raccontato, in un’intervista al Times, l’orrore vissuto quando alcuni soldati russi hanno fatto irruzione nella sua casa a Shevchenkove, fuori Kiev, lo scorso 9 marzo. Il suo caso è il primo su cui è stata aperta un’indagine ufficiale da parte delle autorità ucraine.
La testimonianza
Secondo la testimonianza della 33enne al quotidiano britannico, i soldati russi hanno prima ucciso il cane di famiglia, poi si sono allontanati in cerca di benzina. Una volta calato il buio, lei e il marito hanno sentito un rumore all’esterno della casa, così l’uomo è uscito per andare a controllare cosa fosse successo. “Ho sentito uno sparo, il rumore del cancello che si apriva e poi il rumore dei passi in casa” ha raccontato. Si è trovata di fronte alcuni soldati russi. “Ho gridato: ‘Dov’è mio marito?’ Poi ho guardato fuori e l’ho visto a terra vicino al cancello. Il più giovane mi ha puntato la pistola alla testa e ha detto: ‘Ho sparato a tuo marito perché è un nazista’”.
Natalya ha così detto al figlio di nascondersi in un’altra stanza e, mentre lui piangeva terrorizzato, lei è stata stuprata ripetutamente. “Mi hanno detto di togliermi i vestiti. Mi hanno violentata uno dopo l’altro. Non gli importava che mio figlio fosse nel locale caldaia a piangere. Mi hanno detto di farlo tacere e di tornare. Tutto il tempo mi hanno tenuto la pistola puntata alla testa.” Un vero e proprio incubo, con i soldati russi che la minacciavano di morte. “Faresti meglio a tacere o prenderò tuo figlio e gli mostrerò il cervello di sua madre sparso per casa‘” le avrebbe detto uno dei militari, aggiungendo: “La uccidiamo o la teniamo in vita?”
Dopo lo stupro Natalya è riuscita a scappare insieme a suo figlio, lasciando la casa che il marito aveva costruito per la sua famiglia. Il piccolo non sa ancora che il padre non c’è più. “Non possiamo seppellirlo, non possiamo raggiungere il villaggio, perché è ancora occupato” ha detto la donna al Times.
La denuncia degli stupri in Ucraina
Già nei primi giorni di conflitto il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba aveva denunciato i diversi casi di stupro che si stavano verificando in Ucraina. “Purtroppo abbiamo numerosi casi di donne stuprate dai soldati russi nelle città ucraine” aveva dichiarato il ministro in videoconferenza durante un briefing a Londra. “Quando le bombe piovono sulle vostre città, i soldati violentano le donne, e purtroppo vi sono numerosi casi di soldati russi, è evidentemente difficile parlare dell’efficacia del diritto internazionale”.
Violenze di cui ha parlato anche la deputata ucraina Lesia Vasylenko. “Abbiamo notizie di donne che sono state stuprate in gruppo. Queste donne di solito sono quelle che non riescono a scappare. Alcune sono persone anziane” ha sottolineato al Guardian. “Molte di queste donne sono state giustiziate dopo lo stupro oppure si sono suicidate”.
Un orrore di guerra compiuto dai russi” lo definisce il governo di Kiev. L’ennesimo stupro ai danni di una donna ucraina, violentata per giorni davanti agli occhi del figlio di appena sei anni.
Una vicenda accaduta nella città di Mariupol, devastata dal conflitto, e denunciata dal Ministero della Difesa tramite Twitter.
“La donna è morta”
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