I soldati a terra, in un lago di sangue, sono quattro. Hanno delle bande bianche sulle braccia, che identificano i russi: uno di loro ha una vistosa ferita sulla testa e mani legate dietro la schiena. A pochi metri di distanza un mezzo blindato. Sono probabilmente caduti in una trappola.

Tutti immobili, morti, tranne uno, che si lamenta debolmente. Un altro soldato, che sembra ucraino, in piedi davanti a lui, gli spara più volte, fino a finirlo. Una vera e propria esecuzione ripresa in un video che circola da qualche giorno su alcuni canali Telegram e si conclude con la frase “slava Ukraine”, ossia “gloria all’Ucraina”.

L’uccisione barbara degli occupanti è stata rivendicata da Mamuka Mamulashvili: contattato dal Corriere della Sera, si è presentato come ufficiale in capo della ‘Legione nazionale georgiana’ impegnata nel conflitto accanto all’esercito di Kiev.

“Non facciamo prigionieri”

Il comandante Mamulashvili ha sottolineato che quei soldati (nel filmato si vedono anche dei  volti) sono ai suoi ordini. E infatti, sottolinea il Corriere, almeno uno di loro parla russo con accento georgiano. “L’abbiamo detto sin dal principio, noi non facciamo prigionieri” è stata la spiegazione al massacro.

La Bbc ha deciso di verificare l’autenticità del video, incrociando i dati, le immagini e utilizzando alcune tecniche di riconoscimento satellitare. La ricerca effettuata ha mostrato che l’esecuzione sarebbe avvenuta sulla strada tra Dmytrivka e le aree di Irpin e Bucha, durante il ritiro delle truppe russe, presumibilmente a fine marzo.

Le violenze dei soldati ucraini

Stanno emergendo testimonianze non solo dei crimini di guerra a opera degli occupanti, ma anche di barbarie gratuite commesse dall’Ucraina. Infatti non è la prima volta che alcuni filmati mostrano atti di violenza e di umiliazione dei soldati ucraini nei confronti dei russi e di possibili infiltrati. In un altro video alcuni prigionieri vengono gambizzati senza pietà e senza che nessuno intervenga per fermare il responsabile. Che è stato descritto in seguito come un soldato appena tornato a combattere dopo aver visitato la famiglia colpita dai bombardamenti.

La posizione di Kiev è chiara: non ammette simili comportamenti e, a differenza della propaganda russa, non li nega. Ma, evidentemente, per ora non riesce neanche a evitare che possano accadere. Il ministro degli esteri Dmytro Kuleba, venuto a conoscenza del video, ha sottolineato che saranno esaminate le prove e i responsabili individuati e puniti.

Redazione

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