Il podcast del direttore
Soldi a Toti tracciati, dov’è il reato? Disciplinare lobbying e finanziamento della politica
La rete del caso Toti si allarga a dismisura, è una sorta di pesca a strascico. Il tema che inquieta è sempre quello relativo al caso Toti e alle sue dimissioni. In sede politica Salvini resiste e lo difende mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia ipotizzano che siano possibili le sue dimissioni. Con un’accusa che è tutta da dimostrare, a mio avviso, un politico, così come un qualunque cittadino, non può dimettersi.
Toti, i dati Covid e il polverone
Al di là degli aspetti politici, oggi viene fuori un nuovo tema che è quello dei dati Covid che, secondo l’accusa, il presidente ligure sembrerebbe aver aggiustato. Si tratta di intercettazioni che vengono messe fuori giorno dopo giorno per tenere viva l’attenzione sul caso. Mi sapete dire che cosa c’entra con il resto dell’inchiesta? Ve lo dico io, nulla: serve semplicemente a sollevare sempre di più un polverone. D’altro canto c’è un tema di fondo sollevato da Salvini qualche giorno fa: se voi mettete una microspia nella stanza di un magistrato, quest’ultimo dovrebbe dimettersi il giorno dopo. E’ la logica della Stasi: io ti piazzo un microfono addosso e vedo quello che ne viene fuori.
Finanziamenti tracciati, dov’è il reato?
Altro tema che viene fuori dall’inchiesta su Toti che i giornali mettono fuori quasi vergognandosi è quello relativo ai finanziamenti ricevuti. Sembrerebbe che i finanziamenti a Toti, che sono un capo d’imputazione fondamentale nell’ordinanza contro il presidente della regione, siano tutti quanti trascritti e registrati. Dunque l’accusa dove sta? Che questi finanziamenti a Toti vengono dati contando che vadano avanti determinati interessi? Può darsi ma qui il confine tra quello che è lecito e quello che non lo è davvero labile. Se ricevo un finanziamento tracciato per un interesse cui dare seguito qualcuno mi spiega dov’è il reato?
La politica non è anche il perseguimento di determinati interessi di forze sociali e imprenditoriali che, ovviamente, si devono conciliare con l’interesse pubblico generale? E’ esattamente questa la politica. Ma che debbano essere i giudici a dire se è giusto che un amministratore debba più o meno essere interessato e coinvolto da un provvedimento, da una legge da fare, lo trovo sommamente sbagliato. E’ un dibattito importante che in Italia andrebbe fatto sul serio, disciplinando innanzitutto le attività di lobbying e riaprendo una discussione sul finanziamento della politica.
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