Editoriali
Solidarietà a Marinella, trattato come un mafioso per aver venduto una cravatta
Un artigiano di Napoli, colpevole di aver venduto uno dei suoi prodotti durante il periodo di “zona rossa“, è stato letteralmente dipinto come il peggior criminale del mondo. In un video, accompagnato da una musica incalzante come se fosse un film sulla mafia, si viene guidati all’interno di una delle botteghe napoletane più note in tutto il mondo. E’ quella di Marinella, il Re delle cravatte, nata nel 1914. Un piccolo artigiano, eccellenza napoletana, conosciuto in tutti i continenti, che può vantare nella sua storia clienti come Marcello Mastroianni, Totò e Vittorio De Sica, tutti i presidenti della Repubblica italiana, i sovrani e presidenti di mezzo mondo. Hanno indossato sue cravatte anche Bill Clinton, Winston Churchill, Helmut Kohl, e John Fitzgerald Kennedy.
E di quale reato si sarebbe macchiato Marinella? Di aver provato a far sopravvivere il suo negozio in un periodo difficilissimo per tutti. Un reato imperdonabile: aver venduto una cravatta. Riportiamo le cose alla loro proporzione. Ha commesso una leggerezza. Non ha fatto lo scontrino e pagherà con una multa da 400 euro e la chiusura del negozio per cinque giorni. Ma questo è un modo di fare giornalismo degno dell’inquisizione, degli squadroni fascisti, della Stasi senza alcuno scrupolo. O forse è un attacco politico? Chissà…
Certo è che come al solito i napoletani stessi provano a distruggere le proprie eccellenze, quelli che portano il nome di Napoli in alto. Marinella è un artigiano storico che per fortuna ha le spalle larghissime, e si è subito scusato. Non saranno questi attacchi a colpi di click a distruggere un negozio e un marchio così importante e famoso per Napoli tutta.
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