Tutto gira attorno al campo largo. Il nodo recente è il potenziale ingresso di Matteo Renzi, e quindi di Italia Viva, nella variegata coalizione progressista. Benvoluto da Elly Schlein, ma osteggiato da Giuseppe Conte e gli altri leader della sinistra. Nel sondaggio di Alessandra Ghisleri vengono invece intercettati gli umori dei diversi elettorati dei partiti in merito alla svolta dell’ex premier. In generale, l’apertura a sinistra di Renzi è stata apprezzata solo dal 15,1% degli italiani, secondo il rilevamento.

Sondaggi campo largo, gli elettori Pd preferiscono Conte a Renzi

Nell’area di centrosinistra, come è ovvio, la percentuale si alza a seconda dei partiti di riferimento degli elettori. Interessante osservare il sentimento dei sostenitori del Partito Democratico, il primo partito dell’area. L’apertura di Renzi al campo largo, infatti, è vista in maniera positiva da un elettore su tre del Pd (33,2%). Tuttavia, se dovessero scegliere in maniera netta tra Matteo Renzi con Italia Viva e Giuseppe Conte con il Movimento 5 Stelle, quasi 1 sostenitore dem su 3 preferirebbe Conte (il 30,5%) contro 1 su 5 che sceglierebbe per Renzi (20,3%). Mentre la percentuale maggiore, il 31,5%, vorrebbe evitare l’alleanza sia con l’uno sia con l’altro. La mossa di Renzi di aprire al centrosinistra è comunque stata poco gradita anche dagli altri elettori di sinistra. Tra quelli di Avs solo il 21,5% l’approva, mentre tra i sostenitori del M5s ben il 65,8% è contrario.

Sondaggi campo largo, solo al 35% dei sostenitori di Italia Viva piace la svolta a sinistra

Rilevante anche il sentimento degli elettori di Italia Viva, il partito di Renzi che ha appena subìto una piccola-grande scissione con la fuoriuscita di Luigi Marattin e diversi dirigenti territoriali, proprio in contrasto con la scelta del leader di entrare in maniera organica nel campo largo. Secondo il sondaggio di Ghisleri, solo il 35% dei sostenitori di Italia Viva gradisce l’apertura a sinistra. E circa il 37% degli elettori renziani è ormai convinto che ormai non esiste più un’area di centro nella politica italiana. Il concetto che da luglio in poi è stato diffuso da Renzi stesso, dopo anni passati a dire che restare al centro tra i due poli fosse l’unica opzione possibile.

Sondaggi, centrosinistra contro centrodestra

Il sondaggio pone l’accento sul fatto che alle ultime elezioni politiche, quelle del 2022, se tutti i partiti di centrosinistra – da Avs ad Azione e Italia Viva (del fu Terzo Polo) – si fossero presentati uniti in una coalizione la somma dei loro voti avrebbe rappresentato il 48,8% contro il 43,79% del centrodestra. E alle ultime europee, seguendo lo stesso ragionamento, i partiti del centrosinistra unito hanno preso il 47,9% dei consensi contro il 47,4% del centrodestra.

Borghi: chi fa schizzinoso e mette veti lavora per Meloni

A commentare i sondaggi ci ha pensato Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, con un post sui suoi profili social: “Oltre ai numeri dei sondaggi, oggi Alessandra Ghisleri su La stampa ricorda numeri veri, reali, concreti. Se l’attuale fronte delle opposizioni nel 2022 si fosse ipoteticamente unito, avrebbe totalizzato il 48.8% contro il 43.7 del destra-centro (che andando unito ha vinto le elezioni pur essendo una minoranza, sia pure cospicua, dell’elettorato complessivo). E alle elezioni europee di giugno, i consensi delle opposizioni sommati hanno superato (47.9%) quelli delle forze di maggioranza (47.4%)”. Borghi poi rimarca il concetto: “Ci vuole tanto a capire che con gli attuali sistemi elettorali – maggioritari e a turno unico – vince chi aggrega, e la partita elettorale si vince convincendo l’elettorato mobile, di ‘centro’, più incline oggi sia a spostarsi che ad astenersi? E ci vuole tanto a capire che chi fa lo schizzinoso, chi fa i distinguo, chi mette i veti lavora per il re (anzi per la regina) di Prussia?”.

Redazione

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