Livio Gigliuto non si sbilancia: la partita in Liguria è apertissima, la distanza tra Marco Bucci e Andrea Orlando è talmente ravvicinata che «nulla è impossibile». L’esito del voto, in programma il 27 e il 28 ottobre, dipenderà dal trend dei prossimi giorni. «È un testa a testa», spiega il presidente dell’Istituto Piepoli. La partita si gioca anche al centro: l’elettorato moderato voterà il candidato più dialogante e aperto, in grado di «parlare alla comunità ligure nel suo insieme e non al proprio elettorato di base». E non va sottovalutato il fattore territoriale: «Genova è dimensionalmente importante, chi vincerà lì avrà un vantaggio nella corsa alla Regione». Ma l’ex ministro della Giustizia, viste le divisioni del campo largo, deve superare un ostacolo in più rispetto all’avversario di centrodestra: «Deve raccontare la coalizione che lo supporta come un insieme aggregato, amichevole e unito».

Orlando era in vantaggio, ma il vento è cambiato. È solo un trend o Bucci ha già sorpassato l’avversario?
«Le elezioni regionali sono molto più “politiche” di quelle comunali. Alle regionali pensiamo prima di tutto al partito che ci piace di più, e poi al candidato, mentre alle comunali pensiamo principalmente al candidato sindaco. Per capire quindi come vanno a finire delle elezioni regionali dobbiamo partire dalle europee, nelle quali il centrodestra era lievemente avanti rispetto alla coalizione che sostiene Andrea Orlando. Quello è il punto di partenza. Le regionali spesso mantengono le dimensioni delle più recenti elezioni di carattere politico. Il lato positivo per i liguri è che entrambi i candidati sono percepiti dai loro elettorati come autorevoli e credibili».

La partita è apertissima. Impossibile fare previsioni?
«Niente è impossibile, ma non è saggio farle. Non perché la distanza sia ravvicinata, ma perché quella distanza finora si è mantenuta stabile. Noi sondaggisti scattiamo fotografie, tutte le fotografie danno una distanza marginale tra i due candidati. In questo momento la sensazione è che si tratti di un testa a testa. Per poter fare una previsione dobbiamo vedere come va il trend delle prossime settimane, se si allargherà o meno un eventuale vantaggio di uno dei due candidati o se resteremo sempre a una distanza sottile, sotto al punto percentuale. In questi casi i colleghi statunitensi dicono “too close to call”».

Il sindaco di Genova gode di una stima trasversale. Sono tanti, e cruciali, i voti che può attirare dal centro?
«In generale in Italia c’è un 10% di elettori, 1 su 10, che si professa centrista. Questo non significa che finiscono per votare partiti centristi, ma candidati dialoganti, aperti, che abbiano l’ambizione di parlare alla comunità ligure nel suo insieme e non al proprio elettorato di base. Sottovalutiamo spesso, invece, la componente territoriale: Genova è dimensionalmente importante, chi vincerà lì avrà un vantaggio nella corsa alla Regione».

Al contrario, l’atteggiamento dell’ex ministro può allontanare l’area moderata?
«Sia Bucci che Orlando sanno parlare alla componente moderata dell’opinione, anche se con due approcci diversi. La coalizione di centrosinistra non comprende i centristi, certo, ma anche il Pd ha personalità che riescono a dialogare con quel mondo. Anche su questo piano è una sfida equilibrata».

Ma bisogna fare i conti con la candidatura dell’ex grillino Nicola Morra: può «interferire» in maniera decisiva al punto da condannare Orlando alla sconfitta?
«Quando la distanza tra due candidati è marginale ogni cosa può essere decisiva, ma i dati dei sondaggi emersi in questi giorni fanno immaginare elezioni molto polarizzate attorno alle due coalizioni e ai due candidati principali».

Il campo largo si è sfaldato: il M5S pone veti, Italia Viva si sfila. L’elettorato del centrosinistra è sempre più disorientato…
«Gli elettori non amano i litigi, questo è un dato di fatto. Se vuoi vincere devi aggregare, non solo per ragioni aritmetiche ma anche per ragioni emotive: l’elettorato apprezza l’unità, l’amicizia tra alleati. A questo punto la sfida di Orlando è anche quella di raccontare la coalizione che lo supporta come un insieme aggregato, amichevole e unito, almeno sui temi locali».

Le elezioni in Liguria arrivano nel pieno delle discussioni, e delle polemiche, sulla manovra. Che impatto possono avere a livello locale?
«I cittadini, soprattutto in occasione delle elezioni amministrative, tendono a votare principalmente pensando al futuro. Manifestano una speranza legata al miglioramento delle loro vite. Pesa quindi come vivono la quotidianità, la soddisfazione che provano nella loro città e nella loro regione. È probabile che gli elettori alla fine votino pensando alla loro vita in Liguria, al partito nazionale che preferiscono e al candidato presidente per il quale provano un sentimento di maggiore fiducia».