Il sondaggio di Eumetra
Sondaggi politici tra onestà e competenza: gli over 55 scelgono la questione morale, i giovani premiano il merito
In questi giorni è ritornata di attualità nello scenario politico del nostro paese (ma, in verità, anche in quello di diverse altre nazioni) la cosiddetta “questione morale“. Gli svariati scandali che sono emersi a carico di diversi esponenti di vari partiti, appartenenti sia alla maggioranza sia all’opposizione (ma in quest’ultimo periodo con maggiore frequenza riguardo a questi ultima) hanno portato al centro del dibattito la tematica dell’onestà della classe politica e dei suoi esponenti.
Occorre fare al riguardo da subito due osservazioni. La prima consiste nel fatto che in realtà questi episodi non sono per nulla nuovi e caratteristici dell’ultimo periodo: la compravendita di voti o il malaffare nella gestione dei pubblici uffici sono spesso emersi da molti anni a questa parte,
specialmente nel corso della “Seconda Repubblica”. Non ci troviamo dunque di fronte a nessuna novità e il fenomeno di cui parliamo può essere considerato in qualche modo endemico, persistente e strutturale, non solo nel nostro paese.
La seconda è che, specie di recente, molti di questi episodi (secondo alcuni osservatori la maggior parte) si sono tradotti dopo diversi (troppi) anni, nella assoluzione degli imputati. In altre parole, gran parte delle accuse si sono rivelate inconsistenti, ma hanno intanto di fatto rovinato la carriera politica – e la vita in generale – di molte persone.
Quale è la ragione più importante per la quale sceglie il candidato da votare?
Resta il fatto che, data anche la campagna elettorale in corso, gli scandali recenti hanno fortemente scosso l’opinione pubblica e potrebbero di conseguenza incidere anche significativamente sulle prossime scelte elettorali, da quelle amministrative a quelle europee previste per giugno. Di fronte a questo stato di cose, molti partiti – ma in particolare il PD – si sono affrettati a rispolverare “codici etici” o a proporne di nuovi, da far sottoscrivere ai candidati nelle diverse competizioni elettorali. Intanto, la grandissima parte (più dell’80%) degli elettori ritiene in questo momento “importantissima” la questione morale nella vita politica italiana: è quanto emerge da un sondaggio condotto in questi giorni dall’istituto Eumetra per conto della trasmissione “Piazza Pulita” su La7.
Ma quanto conta davvero la “questione morale” sulla decisione di voto e la scelta del partito in occasione delle elezioni? Lo stesso sondaggio ha provato a stabilirlo, chiedendo agli intervistati le componenti più importanti che, a loro avviso, portano alla propria opzione di voto, considerando separatamente la scelta del partito e quella per il candidato. Per ciò che concerne la preferenza di partito, la prima motivazione in ordine di importanza appare essere la coerenza di quest’ultimo con le proprie idee: lo afferma un terzo (32,8%) degli intervistati. Ma subito dopo, nella graduatoria dei motivi che spingono alla scelta elettorale per l’una o l’altra forza politica, appare proprio la questione morale di cui tanto si parla in questi giorni: più di un quarto (26,5%) del campione dichiara infatti di scegliere un partito “perché prima di tutto onesto“. Quasi un quinto (19,6%) sottolinea poi come elemento dirimente e prioritario la “competenza“, mentre sono meno coloro che motivano propria decisione col fatto che la forza politica votata difenda i propri interessi (anche se in realtà questa specifica motivazione di voto è, a nostro avviso, assai più diffusa di quanto non venga dichiarato).
Quale è la ragione più importante per la quale sceglie il partito da votare?
Ma queste risposte variano significativamente nelle diverse categorie di intervistati nell’ambito del sondaggio: ad esempio, la “questione morale” è assai più indicata (37,8%) dalle persone più anziane, oltre i 55 anni, a fronte di “solo” il 14,4% tra i giovani sotto i 35 anni, i quali insistono invece particolarmente (25,5%) sulla “competenza”. Com’era facile immaginarsi, vi sono poi notevoli differenze nella distribuzione delle risposte in relazione al partito attualmente preferito. Proprio la “questione morale” risulta infatti assai più ricordata (38,4%) dagli elettori pentastellati, per i quali rappresenta la motivazione di voto prevalente: questa non è una sorpresa, poiché l’idea di “onestà prima di tutto” (assai più della “competenza”, indicata da “solo” il 12%) è connaturata alle origini stesse del partito grillino. Ma, naturalmente, la richiesta di onestà per la scelta di voto per un partito è presente anche negli elettorati dalle altre forze politiche, anche se con relativamente minore frequenza, ad esempio in Lega e Forza Italia. Gli elettori del Carroccio insistono infatti di più sulla coerenza della forza politica prescelta con le proprie idee, mentre quelli di Forza Italia sottolineano maggiormente l’importanza della competenza (come fanno anche i votanti per Fratelli d’Italia).
Sin qui gli elementi determinanti per la decisione di voto per un partito. Se si considerano quelli dichiarati per la scelta di un candidato, il quadro delineato sinora muta per alcuni aspetti essenziali e illuminanti: la richiesta di “onestà” diviene infatti prevalente – è il primo motivo per la scelta – ed è indicata da più di un terzo (33,5%) degli intervistati. Essa è subito seguita nella graduatoria delle motivazioni della scelta dall’attributo dalla “competenza”, mentre in questa sorta di classifica delle ragioni di preferenza per uno specifico candidato appare meno rilevante (18,6%) per l’elettore la coerenza da parte del candidato con le proprie idee o la difesa dei propri interessi. Anche in questo caso si registrano differenze in relazione alle categorie degli intervistati con la già vista minore attenzione alla “questione morale” da parte dei più giovani e con le differenze in relazione al partito attualmente preferito. Ancora più accentuate, tanto che nelle motivazioni della scelta del candidato, quasi metà (44,5%) dell’elettorato del Movimento 5 Stelle indica l’onestà come caratteristica primaria (lo stesso accade per una quota consistente – 37,6% – che ne costituisce comunque la maggioranza relativa, per i votanti per il PD).
Insomma, nelle motivazioni di voto soggettivamente espresse dai nostri intervistati la questione morale appare dirimente per la scelta della figura del candidato, ancor più che per quella di partito. Di qui il comprensibile scombussolamento vissuto dall’elettorato in queste ultime settimane. Sondaggio realizzato da Eumetra Spa per Piazza Pulita il 9 10 aprile 2024. Metodo Cawi. Margine di errore 4% Campione di 800 casi rappresentativo della popolazione adulta italiana. I risultati sono pubblicati integralmente nel sito www.sondaggipoliticoelettorali.it .
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