Il dibattito, anche acceso, sul congresso e le primarie premiano il Partito Democratico. È forse il dato più rilevante del sondaggio realizzato da SWG per il tg di La7 andato in onda lunedì.

I Dem, che il 26 febbraio sceglieranno nei gazebo sparsi in tutta Italia il prossimo segretario, guadagnano infatti oltre mezzo punto percentuale in una settimana sfiorando ora il 15 per cento, spinti anche dalle polemiche col governo Meloni sul caso dell’anarchico Alfredo Cospito.

Anche Fratelli d’Italia però risale e inverte la rotta rispetto ad alcune settimane di difficoltà e segnali contrastanti, dovuti in particolare al caso accise. Il partito della premier guadagna lo 0,2% e si porta al 30,6 per cento.

Primo partito d’opposizione resta però il Movimento 5 Stelle: i grillini guidati da Giuseppe Conte arretrano però nelle rilevazioni SWG effettuate tra il primo e il 6 febbraio, scivolando al 17,5%.

Ma il calo riguarda anche gli altri partiti della maggioranza, che in blocco perde mezzo punto in una settimana: effetto dell’arretramento della Lega di Salvini, che scende all’8,7% (-0,3%), e di Forza Italia, in calo di quasi mezzo punto al 6,4%. In leggero calo anche il Terzo Polo di Calenda e Renzi, che per SWG è di un decimale sopra quota otto per cento.

Tra i partiti ‘minori’ segno negativo anche per Verdi e Sinistra (3,5%, -0,1) e +Europa (3%, -0,2).

Le primarie PD

Ma il sondaggio SWG ha testato anche gli umori dell’elettorato PD, chiamato in queste settimane a votare, prima nei circoli riservati ai soli iscritti e poi nei gazebo aperti a tutti, il prossimo segretario dopo le dimissioni di Enrico Letta.

Secondo gli elettori Dem intervistati da SWG, Stefano Bonaccini per il 48% di questi è il candidato più adeguato a diventare il prossimo segretario. Il governatore dell’Emilia Romagna è in testa davanti alla sua ex vicepresidente e neo deputata Elly Schlein, che lo segue al 38%, quindi Gianni Cuperlo al 10 e Paola De Micheli al quattro per cento.

Elettorato che guarda con un discreto ottimismo al prossimo corso del partito. Per il 37% infatti la nomina del nuovo segretario “rilancerà il PD”, anche se per il 33 per cento anche con l’elezione dell’erede di Letta “continueranno ad esserci litigi all’interno del partito”.

Per il 17 per cento degli intervistati quindi “col nuovo segretario l’opposizione al governo sarà più incisiva”, mentre solo il 3% credo che il partito sia “destinato a scomparire, chiunque sia il nuovo segretario”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia