I lutti
Sono 192 i medici in prima linea morti per coronavirus: addio ad Annibale, Peppino e Massimo
Sale ancora il numero di medici morti in Italia per Coronavirus: sono 192 secondo l’elenco dei ‘caduti’ aggiornato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri (Fnomceo). Le ultime vittime sono Annibale Battaglia, medico di medicina generale, e Giuseppe Sessa, anestesista. A cui si aggiunge l’ultima segnalazione dell’Ordine di Como: Massimo Ugolini, fisiatra, deceduto in mattinata.
Dopo una sofferenza durata alcune settimane, è morto Giuseppe Sessa, medico di Acerra, che ha combattuto contro il terribile virus per diversi giorni. Il dottore Sessa – Peppino – come amavano chiamarlo i suoi affetti ed i suoi amici più cari, è deceduto nel luogo in cui da oltre 30 anni svolgeva la professione di anestesista. Nella clinica Villa dei Fiori, infatti, era persona oramai di famiglia, uno storico medico della struttura di eccellenza sanitaria di Acerra dove era ben voluto non solo per le sue note capacità professionali, ma pure per la sue rare qualità umane. Per diversi anni il 70enne è stato medico di base: ecco perché quando la notizia della sua scomparsa si è subito diffusa in città ha colto di sorpresa e dispiacere ogni persona che in vita lo ha conosciuto. Nulla hanno potuto i colleghi della terapia intensiva del presidio ospedaliero locale per salvarlo da questa terribile malattia, che oramai miete vittime quotidianamente.
Colpito da Covid-19 qualche settimana fa, Annibale Battaglia, è deceduto ieri a Catanzaro all’età di 68 anni. Il ricordo del professore Guido Giarelli, che ha collaborato con lui in diversi corsi e master universitari, sperimentando una medicina che non si occupi solo del sintomo, ma del paziente tutto, inteso come persona nella sua complessità. “Ricordo con grande affetto l’amico Annibale Battaglia, esploratore curioso e arguto dell’inesplorato, sperimentatore attento e senza pregiudizi delle nuove vie della medicina integrata, appassionato accompagnatore dell’umana sofferenza: il suo infaticabile impegno professionale e la sua inesauribile capacità di compassione resteranno per sempre un esempio ineguagliato nel ricordo di chi l’ha conosciuto”.
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