La protesta
Sorveglianza in tilt, gli avvocati strigliano i giudici: “Sollecitate il governo o scioperiamo”
Decisioni sulla libertà anticipata che arrivano quando ormai il detenuto ha terminato di scontare la pena, attese anche di un anno per la fissazione delle udienze per la concessione di misure alternative a cui spesso si aggiunge il rinvio della prima udienza che va a vuoto perché il fascicolo risulta incompleto. E ancora, le istanze per il differimento della pena per motivi di salute che restano pendenti per mesi quando, al di là della valutazione di merito, dovrebbero avere una certa priorità visto che riguardano la salute di una persona, sia essa detenuta.
Al Tribunale di Sorveglianza di Napoli i ritardi sono diventati ormai tali da spingere i presidenti delle Camere penali di Napoli, Benevento, Irpinia, Napoli nord, Nola, Santa Maria Capua Vetere e Torre Annunziata a chiedere ai magistrati soluzioni concrete, «a rendere note eventuali ragioni ostative e valutare ogni forma di sollecitazione», inclusa quella «di autosospendersi dal servizio per impossibilità di rispettare le norme codicistiche e costituzionali, affinché il Governo disponga con assoluta urgenza tutti i provvedimenti necessari per l’immediato ripristino della legalità costituzionale della pena». È una ferma presa di posizione, quella dei penalisti che annunciano astensioni e iniziative di protesta affinché ai detenuti sia garantito il rispetto della dignità e dei diritti, «attualmente intollerabilmente calpestati».
«È inaccettabile – denunciano – il tempo che trascorre per la presentazione delle richieste di accesso ai benefici penitenziari, quello tra la registrazione dell’istanza e la fissazione dell’udienza. Inaccettabile l’elevato numero di rinvii delle udienze per carenza o assenza di istruttoria». «Inaccettabili anche la tempistica di invio delle impugnazioni alla Corte di Cassazione, la tempistica per la valutazione delle istanze di liberazione anticipata, per la decisione delle istanze di riabilitazione, per la fissazione delle udienze di reclamo, e la mancata o tardiva registrazione delle informazioni nei sistemi informatici». Tavoli tecnici e documenti di denuncia finora non hanno sortito effetti: «Le disfunzioni – scrive il presidente della Camera penale di Napoli, Marco Campora, nel documento che sarà sottoscritto anche dagli avvocati Domenico Russo per la Camera penale di Benevento, Luigi Petrillo per quella dell’Irpinia, Felice Belluomo per Napoli nord, Vincenzo Laudanno per Nola, Francesco Petrillo per Santa Maria Capua Vetere, Nicolas Balzano per Torre Annunziata – non hanno trovato risoluzione e anzi il quadro risulta oggi notevolmente aggravato».
Nel documento, elaborato anche grazie all’attività dell’Osservatorio “esecuzione penale” della Camera penale partenopea di cui è responsabile l’avvocato Elena Lepre, si sottolinea infatti come la situazione si stia aggravando a causa della pandemia: «In questo momento storico il carcere è diventato esclusivamente un reclusorio in cui sono sospese quasi tutte le attività finalizzate alla rieducazione». È per questo che i penalisti hanno deciso di assumere una ferma posizione e sollecitare i magistrati ad attivarsi per colmare lacune e ritardi, per fissare a breve scadenza udienze e attività istruttorie, per inoltrare senza ritardo ricorsi alla Corte di Cassazione, per notificare i provvedimenti in tempo per consentire eventuali reclami, per esaminare le richieste di permesso premio e le istanze di concessione di liberazione anticipata.
Dall’ultimo bilancio annuale è emerso che il Tribunale distrettuale di Sorveglianza di Napoli continua a soffrire di consistenti vuoti nelle piante organiche (per il personale amministrativo si oscilla addirittura tra 41 e 50%) a fronte di una mole di lavoro notevole perché è notevole la popolazione carceraria. Per la Campania, infatti, si parla di 6.570 detenuti e 8.426 persone prese in carico dall’Ufficio esecuzione penale esterna. E così, davanti a questi numeri, si consumano i ritardi della giustizia e i disagi e i drammi di chi ha la propria vita sospesa al filo della giustizia.
© Riproduzione riservata