L'intesa
Spagna in bilico, con l’accordo sull’amnistia vincono i catalani. Grave il fondatore di Vox
Alejo Vidal-Qadras è stato ferito gravemente: il proittile gli ha trapassato la mandibola. Ieri intanto è stato annunciato il patto tra il Partito socialista e Junts

Ha scritto un post sui social contro l’accordo sull’amnistia. Poi è uscito di casa, da solo, nel centro di Madrid, camminando in direzione della macchina, quando su via Nunez de Balboa una moto con due persone lo ha affiancato. Ne è sceso un uomo con una pistola che gli ha sparato in faccia da pochi metri. Alejo Vidal-Quadras è stato ferito gravemente, con il proiettile che gli ha trapassato la mandibola, non uccidendolo per miracolo. L’attacco di ieri, in pieno stile mafioso, contro il 78enne ex presidente del Partito popolare della Catalogna, oltre che fondatore di Vox, è riuscito a metà e ancora non è chiaro se si possa parlare di vero e proprio attentato.
Ma la cosa certa è che il tentato omicidio di Vidal-Quadras si inserisce in un contesto già incandescente in Spagna.
Il patto sull’amnistia
Sempre ieri, infatti, subito prima dell’attacco al vecchio leader conservatore, è stato annunciato il patto tra il Partito socialista e i catalani di Junts sull’amnistia, che permetterà a Pedro Sanchez di continuare a essere premier. L’intesa, firmata dal numero tre del Psoe Santos Cerdan e dal segretario del movimento indipendentista catalano Jordi Turull, prevede l’amnistia per chi dal 2012 in poi ha avuto procedimenti giudiziari legati alle lotte per la secessione della Catalogna. Per Cerdan si tratta di “un’opportunità storica per superare un conflitto che può risolversi solo a livello politico”. Carles Puigdemont, leader del movimento in esilio ed europarlamentare, da Bruxelles ha avvertito però Sanchez: “Dovrà guadagnarsi la stabilità giorno per giorno”. Di fatto è una vittoria completa per i catalani e per Puigdemont, che in cambio del voto di sette deputati hanno ottenuto molte concessioni. Nel testo si parla di “giudizializzazione della politica” e di “lawfare”, in pratica riconoscendo gli errori e le persecuzioni giudiziarie commesse dallo Stato spagnolo sugli indipendentisti. All’interno dell’accordo è stata inserita anche la questione del referendum di autodeterminazione. Junts proporrà di indire una consultazione popolare, mentre il Psoe dovrà “difendere il rispetto delle istituzioni di autogoverno e dell’unicità istituzionale, culturale e linguistica della Catalogna”. Cerdan ha sottolineato che tutto ciò sarà comunque sviluppato nei limiti della Costituzione, considerata la linea rossa. Ora l’intesa dovrà essere sottoscritta anche dagli altri partiti e movimenti che faranno parte della maggioranza di Sanchez.
La minaccia di Abascal a Sanchez
Ma la destra, intanto, non ci sta. Sia i popolari di Alberto Núñez Feijóo sia Vox di Santiago Abascal sono sul piede di guerra. Da giorni a Madrid vanno avanti le proteste, anche violente, da parte del fronte conservatore e nazionalista. Per Feijóo ieri “la Spagna ha perso”, a causa di accordi vergognosi. La reazione dovrà “essere ferma e calma” per il leader del Partito popolare che tuttavia ha promesso di opporsi con tutti i mezzi possibili. Abascal è stato ancora più duro, accusando Psoe e Junt di essere traditori, di aver ordito un golpe contro la nazione e la democrazia. Per questo il capo del partito di estrema destra ha chiamato gli spagnoli a una “resistenza civile” contro l’accordo. Un annuncio che fa prevedere ancora mobilitazioni di piazza e tensioni, soprattutto a Madrid, vicino alla sede del Psoe. La minaccia di Abascal a Sanchez è chiara: “Finirà solo con il dittatore sul banco degli imputati o con quelli di noi che gli si oppongono in prigione”. L’aria è sempre più rarefatta nel Paese. Il ferimento di Vidal-Quadras potrebbe non essere legato agli accadimenti politici, ma sicuramente non farà diminuire la tensione. E intanto la Spagna è sempre più in bilico.
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