Le indagini
Sparatoria a Qualiano, un giovane in coma farmacologico: l’ipotesi di una lite precedente a scatenare l’agguato al bar

C’era una precedente lite avvenuta due settimane fa dietro la sparatoria avvenuta nella notte tra sabato e domenica scorsa davanti a un bar di Qualiano, in provincia di Napoli? È la domanda a cui devono rispondere i carabinieri che indagano sull’agguato a colpi di pistola messo in atto da Marco Bevilacqua, il 37enne sottoposto a fermo dai carabinieri poche ore la sparatoria in cui sono rimasti feriti quattro giovani.
Azione che agli inquirenti sa di resa dei conti. Una quindicina di giorni fa Bevilacqua si era fatto medicare alcune lesioni rimediate, secondo quanto riferito, in un presunto incidente stradale. L’ipotesi su cui battono gli inquirenti che quelle ferite fossero in realtà riconducibili ad uno screzio avuto in particolare con due delle vittime dell’agguato di sabato notte, i fratelli Michele e Nicola Di Palma.
Entrambi incensurati, sono figli di un elemento di spicco della criminalità locale, scrive l’Ansa: da non molto tempo scarcerato, è ritenuto dagli inquirenti legato al clan De Rosa-Pianese di Qualiano.
Bevilacqua, secondo quanto ricostruito, a bordo di una bicicletta elettrica si è recato davanti al bar dopo aver rubato una pistola ad un vigilante di guardia a un distributore di benzina, minacciato con un coltello. Una volta giunto al Nirvana Spritz ha aperto il fuoco esplodendo sei colpi calibro 9×21, noncurante della presenza di decine di giovani: ha mirato contro quattro di loro, i due fratelli Di Palma, Nicola di 20 anni e Michele di 18, oltre al 18enne Bernardo Falco e al 19enne Castrese D’Alterio.
Bevilacqua è stato rintracciato dai carabinieri di Giugliano in Campania e di Qualiano a casa dei genitori, qualche ora dopo l’agguato. Rinchiuso a Poggioreale in attesa dell’udienza di convalida del fermo, assistito dall’avvocato Nunzio Mallardo, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Bevilacqua, originario di Torre Annunziata, il 24 gennaio 2006 venne arrestato per aver ucciso il suocero a Scafati, quando era solo 20enne. Due anni dopo la Corte d’Assise d’Appello di Salerno confermò la condanna di primo grado a 14 anni e 4 mesi di reclusione. Con precedenti anche per rapina, estorsione e resistenza a pubblico ufficiale, venne arrestato nuovamente nel 2016 dai carabinieri per non essersi fermato all’alt.
Le condizioni dei feriti
Quanto alle condizioni dei quattro giovani vittime dell’agguato, Bernando Falco è stato dimesso dopo esser tato medicato, mentre Nicola Di Palma è rimasto in osservazione dopo essere stato operato. Castrese D’Alterio non è più in pericolo di vita, ben più gravi le condizioni di Michele Di Palma: ferito gravemente, è in coma farmacologico e rischia ancora la vita.
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