Lotta tra la vita e la morte Thomas Bricca, il 18enne ferito alla testa, nella serata di ieri, durante un raid ad Alatri, in provincia di Frosinone. Il ragazzo è arrivato nella tarda serata di ieri al San Camillo di Roma ed è stato sottoposto a intervento in neurochirurgia. I medici hanno smentito la notizia, diffusa in un primo momento, che il giovane fosse stato dichiarato clinicamente morto, ma, secondo quanto riportato da LaPresse, le sue condizioni sarebbero comunque disperate. Nel piccolo centro in provincia di Frosinone c’è ancora chi spera che possa riprendersi. “Tomas, amore di papà resisti”, ha scritto su Facebook il padre del ragazzo ferito, Paolo Bricca che qualche ora dopo, travolto dal dolore, scrive: “Mi avete spezzato il cuore bastardi tossici. Dio perdona, io no, no”.

Intanto continuano le indagini per capire cosa sia successo intorno alle 20 di lunedì 30 gennaio sera vicino al bar della piazza centrale. “Thomas è stato colpito per sbaglio, colpa del giacchetto che indossava, reale bersaglio dei due ragazzi che hanno fuoco“, ha detto a Repubblica un’amica di Thomas. Secondo alcuni testimoni, apprende l’AGI, vicino a Bricca ci sarebbe stato un altro soggetto vestito in maniera molto simile e, precedentemente, coinvolto in altre vicende finite all’attenzione delle forze dell’ordine. L’ipotesi, ovviamente, è tra le tante battute dai carabinieri che indagano sul caso. Inoltre, fa notare una fonte delle forze dell’ordine, sarebbero stati esplosi almeno tre colpi nel mucchio da 20 metri. Una distanza che, secondo gli investigatori, potrebbe rappresentare la volontà di ferire, ma non di uccidere.

Gli investigatori hanno sentito i numerosi ragazzi presenti in piazza nel momento in cui i due a bordo dello scooter con il volto coperto dal casco si sono avvicinati e hanno esploso almeno 3 colpi di pistola ferendo il giovane alla testa. Si fa largo l’ipotesi dello scambio di persona. “Thomas era il classico bravo ragazzo, forse il colpo non era destinato a lui. Chi ha sparato avrebbe sbagliato bersaglio e di mezzo c’è andato Thomas“, dice un altro amico, come riportato dall’Ansa.

“La faccia pulita e amico di tutti con la passione per la Roma -scrivono gli amici sui social – Thomas faceva gruppo, era seguito, un leader per organizzare iniziative di ogni genere per stare insieme e passare il tempo. La faccia pulita, mai un problema con la giustizia, amico di tutti e con il sorriso stampato sulle labbra. Anche nei momenti più difficili”. Thomas era studente dell’ultimo anno all’istituto di istruzione superiore “Sandro Pertini”. Gli amici giurano che “con le risse dei giorni scorsi non c’entra nulla, mai mischiato in vicende del genere. Anzi, cercava di placare gli animi se succedeva qualcosa. In un paese piccolo basta una parola di troppo per tirare – come si dice da queste parti – e arrivare quindi alle mani facilmente. Proprio Alatri ha conosciuto la tragedia di Emanuele Morganti, preso a calci e pugni e ucciso proprio per una banale lite. Thomas era lì a stemperare gli animi”, aggiungono.

Impossibile non rievocare la tragedia di Emanuele Morganti avvenuta a pochi passi da quella piazza. “Se oggi ci ritroviamo a vivere esperienze simili significa che il sacrificio di Emanuele è stato inutile“. Con queste parole Melissa Morganti, la sorella di Emanuele, il ragazzo ucciso di botte ad Alatri, commenta l’ultimo dramma frutto di violenza giovanile. “Quello che accaduto mi indigna e mi ferisce – le sue parole riferite dall’avvocato di famiglia, Enrico Pavia -. Non c’è solo dolore ma senso di sconfitta e di impotenza. Abbiamo cercato di trasmettere un messaggio per il recupero dei valori ma la città è ancora smarrita. Con troppa fretta la morte di Emanuele è stata archiviata come un episodio sporadico e invece…”.

Intanto per gli investigatori è caccia all’uomo, o meglio ai due uomini che si sono avvicinati alla folla di ragazzi in piazza a bordo di uno scooter. Visionate anche le telecamere di sorveglianza di zona ma a inchiodare gli aggressori ci sarebbero le parole degli amici di Thomas Bricca, che erano con lui ieri sera, nei pressi del bar dove il ragazzo è stato ferito. I testimoni hanno raccontato che c’erano stati degli scontri con un altro gruppo nei giorni passati e per riguarda il movente, non si esclude nessuna pista, neanche quelle legate a droga o discriminazioni razziali. Secondo quanto riportato dall’Agi le indagini sarebbero orientate su un gruppo di giovani che già nelle serate precedenti era stato protagonista di alcune risse nel centro del frusinate. Il movente probabilmente una vendetta o un regolamento di conti forse per il controllo della piazza. Per il momento nessuna pista è ancora esclusa.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.