Ormai è davvero una questione di famiglia: il salto in lungo è la specialità della casa. L’ennesima conferma è arrivata quando Larissa Iapichino, figlia della celebre atleta Fiona May, ha dimostrato ancora una volta il proprio talento imponendosi nella Diamond League a Stoccolma, saltando sei metri e sessantanove – tre centimetri più avanti di Malaika Mihambo, oro olimpico a Tokyo 2020 dove l’atleta azzurra era stata costretta al forfait per un infortunio maturato alla vigilia dei Giochi.

A un mese esatto dalla medaglia d’oro conquistata la Golden Gala “Pietro Mennea” di Firenze, la sua città, Iapichino ha concesso dunque un fragoroso bis che di fatto la incorona come una delle esponenti di punta dell’atletica leggera mondiale. Iapichino, ancora giovanissima (compirà 21 anni il prossimo 18 luglio), rappresenta una delle speranze più fulgide della nostra atletica; entrata a far parte del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle nel 2020, già il 20 febbraio 2021 agli assoluti indoor di Ancona ha saltato la misura di sei metri e novantuno, eguagliando l’analogo primato al coperto conseguito da sua madre e stabilendo inoltre il nuovo record mondiale under 20.

I balzi di Larissa hanno ormai come panorama la Tour Eiffel: il prossimo anno a Parigi proverà a conquistare quell’oro olimpico che la collocherebbe sullo scalino più alto del podio, anche in famiglia. La madre in carriera ha conquistato infatti due medaglie d’argento ai giochi di Atlanta (1996) e Sidney (2000); il padre, Gianni Iapichino, tre volte campione italiano di salto con l’asta, adesso è l’allenatore di Larissa e con lei punta al “colpo grosso”.

Larissa Iapichino è riuscita da subito a coniugare l’impegno sportivo con interessi e prospettive di una ragazza normale, seppur collocata in un contesto speciale; così, googlando il suo nome tra articoli relativi a prestazioni, record e medaglie si trovano anche notizie di tenore diverso, quasi antitetiche al mondo che vede in Larissa una protagonista assoluta.

Il caso più emblematico è quello di “Correre in aria”, il suo libro autobiografico dato alle stampe un anno fa Mondadori. “Larissa ha un talento unico e irripetibile, che comporta fatiche, responsabilità e ambizioni sempre più grandi, nella vita come nello sport – si legge nell’introduzione -. Andare, correre, saltare, provare, riprovare, provare ancora. Partenza, corsa, stacco, salto e poi si ricomincia da capo finché non si trova la formula giusta, centesimo di secondo e millimetro alla volta. Qualcuno dice che è il brutto dello sport, ma invece forse è il suo bello: ripartire ogni volta da capo, ogni volta in pista senza le distinzioni o le etichette predeterminate, tipo quello è bravo, quello non è bravo, quello ha fatto il record, quello è imbattibile, quello è figlio di”. In poche righe la sintesi di un mondo, di una condizione molto speciale.

E Larissa nella suggestiva cornice del Teatro Romano di Fiesole è stata premiata in occasione della cerimonia di consegna della XXVII edizione del Premio Internazionale Fair Play Menarini per la Categoria “Un Sorriso Per La Vita”.  Un sorriso meritato assieme a vere e proprie leggende dello sport mondiale da Javier Zanetti a Deborah Compagnoni, da Antonio Cabrini a Luis Alberto Scola Balvoa, passando per Massimiliano Rosolino ed Elisa di Francisca. Tutto pronto per il passaggio del testimone raccolto da una figlia d’arte destinata a ribaltare le carte e far diventare Fiona May e Gianni Iapichino “genitori d’arte”. Ci spera l’Italia, ne sono convinti tutti.

Giacomo Guerrini

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