Il futuro del Mezzogiorno
Startup, il Sud arranca ma la Campania avanza su hi-tech e innovazione

«È vero che c’è una distanza enorme tra il Mezzogiorno e il resto d’Italia, ma la Campania e Napoli sono esempi virtuosi di imprese innovative – spiega Massimo Varrone, responsabile operativo di Campania New Steel, incubatore di startup innovative – Certo, se viene fatto con Milano che gioca una partita a sé, il confronto è impietoso». Il capoluogo lombardo, infatti, individua la provincia in cui è localizzato il numero più elevato di startup innovative: alla fine del primo trimestre del 2021 erano 2.363, il 18,8% del totale nazionale. Al secondo posto compare Roma, l’unica provincia che sfonda quota mille (1.286 startup, 10,2% nazionale). Subito dopo, al terzo posto, figura Napoli con 565 pari al 4,5% del totale nazionale; a seguire Torino (453, 3,6%) e Bologna (325, 2,6%). La top-10 è completata da Padova, Bari, Bergamo, Brescia e Salerno. Il record negativo spetta ad Asti, dove sono localizzate solo cinque startup innovative.
Pesa sul Mezzogiorno l’assenza di incubatori certificati, cioè di quelle sono società che offrono servizi a sostegno delle startup innovative e che beneficiano di agevolazioni con l’iscrizione nella sezione speciale del registro delle imprese. «Infocamere ha mappato anche gli incubatori certificati e qui il Sud perde molto: su 45 incubatori presenti in Italia solo cinque sono al Centro o al Sud – afferma Varrone – Nonostante ciò la Campania, quanto a startup, è la regione trainante nel Mezzogiorno». L’attrattività del nostro territorio è dimostrata anche dagli insediamenti dei big player, cioè di quei grandi protagonisti dell’economia internazionale che hanno scelto la Campania per le loro sedi. «Recentemente Ferrovie dello Stato ha realizzato un hub a San Giovanni a Teduccio – sottolinea Varrone – E si tratta del primo dopo quello di Roma Termini. Poi c’è l’accademia dedicata al 5G, dove sono concentrati una serie di big player molto noti, da Nokia a Tim. Infine la Apple Accademy che è ormai una realtà di successo consolidata».
La Campania, che solitamente si è abituati a vedere in fondo alle classifiche che raccontano di crescita e sviluppo, ha messo in atto un processo virtuoso che oggi la vede affrontare una crescita importante. «Oggi tutte le forze che spingono verso l’affermazione della Regione vanno nella stessa direzione – spiega Varrone – Basta guardare l’Unione Industriali che ha creato il Digital innovation hub o l’università Federico II, realtà affermata sia dal punto di vista del trasferimento di competenze tipiche sia di innovazione: la Apple Academy è considerata una best practice da tutta Italia». È fantascienza pensare che, in futuro, Napoli possa competere con Milano? «Napoli non sarà mai come Milano – conclude Varrone – ma il gap può essere contenuto perché operiamo su un territorio “vergine”. In Campania i tassi di crescita sono probabilmente superiori a quelli della Lombardia dove tutto è già stato fatto».
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