Prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 luglio. E’ questa, secondo quanto si apprende, l’indicazione che il Comitato tecnico scientifico riunitosi oggi ha dato al governo in vista del nuovo Dpcm. L’indicazione tiene conto dello scenario internazionale, della pressione ancora alta sulle strutture sanitarie e della necessità di proteggere la campagna vaccinale appena iniziata.
LA STAGIONE SCIISTICA – Non solo. Il Comitato tecnico scientifico ha anche stabilito che i prossimi Campionati mondiali di sci alpino in programma a Cortina d’Ampezzo dal 7 al 21 febbraio si svolgeranno a porte chiuse, quindi senza la presenza di pubblico.
Nulla è ufficiale, ma molto probabilmente in Italia non si tornerà a sciare il prossimo 18 gennaio. Per questo, la Commissione nazionale Turismo, con tutti gli assessori al ramo delle Regioni ‘di montagna’, ha chiesto al governo una data certa per la riapertura, l’approvazione del protocollo delle regole di sicurezza e, soprattutto, la previsione di ristori agli imprenditori della neve, compreso l’indotto, se la chiusura dovesse protrarsi.
L’ipotesi di uno slittamento delle aperture degli impianti di risalita è al vaglio del governo, che dovrebbe esprimersi al riguardo entro fine settimana. La decisione dipenderà anche dalla scelta di mantenere il divieto di spostamento tra regioni anche tra quelle ‘gialle’ e dalla volontà di evitare più movimento possibile, soprattutto nei fine settimana, verso le seconde case. Ma tra rinvii e mancata comunicazione, tutto il mondo ‘della montagna’ è stremato. Per questo, le Regioni coinvolte (Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Provincia Autonoma di Trento e Abruzzo) hanno chiesto al governo “di assumere un impegno serio nei confronti di questo settore, garantendo ristori certi, immediati e proporzionati alle perdite subite” agli impianti di risalita e a tutte le attività correlate (come rifugi, alberghi, maestri di sci, servizi, ecc). Inoltre, stabilita una data certa per la riapertura “sarà necessario dare continuità all’attività” nel rispetto delle limitazioni previste dalle linee guida del protocollo approvato dal Cts.
Tutto il turismo legato alla montagna, in condizioni normali, sviluppa almeno 20 miliardi di euro durante una stagione invernale, hanno ricordato le Regioni interessate. Ora, tutto il settore “soffre alcuni miliardi di mancato fatturato e rischia, a crisi epidemica finita, di non avere più la forza di rialzarsi. “Per questo è necessario mettere in campo misure immediate e proporzionate per le imprese e per i lavoratori stagionali”, hanno precisato gli assessori delle singole regioni che ieri hanno partecipato alla Commissione Speciale Turismo della conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Le uniche montagne su cui da lunedì prossimo si potrà sciare sono quelle dell’Alto Adige, dove il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher ha annunciato la riapertura degli impianti solo ed esclusivamente per i residenti della provincia di Bolzano.