La questione salariale sta diventando un problema nella più avanzata città d’Italia. Le stesse imprese si pongono il problema di intervenire per contenere il costo della vita dei dipendenti. I lavoratori cercano opportunità migliori investendo in formazione e usando la mobilità per migliorare la posizione economica. Ma un welfare adeguato a questa nuova situazione del mercato del lavoro non c’è ancora. Le politiche attive del lavoro sono in ritardo e le questioni economiche pesano come sempre sulle fasce più basse dei lavoratori.

Il folle costo della vita

Le diseguaglianze toccano a Milano le distanze maggiori. Qui vi sono i settori che crescono vedendo aumentare i profitti, nuove professioni e innovazioni del lavoro creano occasioni più che in qualsiasi altra città, ma la crescita dei lavori poveri si accompagna ad una crescita del costo della vita. La proposta di un valore minimo salariale compatibile con il costo della vita dell’area metropolitana milanese, avanzata da una associazione politica e da un gruppo di studio bocconiano, ha aperto un dibattito importante. La città del riformismo di fronte ai problemi di casa e lavoro ha avuto una immediata reazione. Ha messo subito in secondo piano il massimalismo della richiesta di un salario minimo per legge. Qui si sa che è la contrattazione che difende il valore del lavoro e la sua dignità. Ciò non vuole dire fare passi indietro davanti alla sfida, ma cercare le vie di soluzioni possibili.

Il passato

Anche negli anni ’70, di fronte a problemi sociali che andavano affrontati con scelte collettive, ci fu la capacità di avviare un confronto contrattuale a livello territoriale e si diedero risposte concrete con il contributo delle parti sociali e il ruolo del comune come garante e facilitatore. Non c’è bisogno di deleghe specifiche, ma di volontà politica per definire una piattaforma territoriale che faccia sempre riferimento ai contratti siglati dalle principali rappresentanze sindacali e di un patto su servizi di welfare locale che incidano concretamente sul costo della vita dei lavoratori.

Massimo Ferlini

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