Fino a sabato 3 settembre
Stop al gas dal Nord Stream all’Ue, nuova interruzione dalla Russia “per manutenzione”
Di nuovo: la Russia ha interrotto le forniture di gas all’Europa tramite il gasdotto Nord Stream. E proprio mentre in Europa si parla di Price Cap e di Decoupling, mentre si registrano aperture da diverse capitali alle proposte per far fronte alla crisi energetica che potrebbe innescare ulteriori crisi a livello sociale ed economico. L’interruzione, partita alle cinque italiane, è stata comunicata dall’Entsog, la Rete europea dei gestori dei sistemi di trasporto del gas. La conferma anche da parte degli operatori dei gasdotti tedeschi Opel e Nel.
Un altro stop si era verificato a inizio luglio. E Gazprom aveva già annunciato una nuova interruzione di tre giorni, da oggi 31 agosto a sabato 3 settembre, per i lavori di manutenzione in una stazione di compressione nel nord della Germania, da dove il gas viene esportato in altri Paesi Europei. Il prezzo del gas è partito in rialzo sulla borsa di Amsterdam. Il contratto Ttf, il Title Transfer Facility che ha sede in Olanda e che fa da riferimento per il metano europeo, è sceso del 6,8%, chiudendo a 254 dollari al chilowattora.
“Gazprom ha comunicato per la giornata di oggi la consegna di volumi di gas pari a circa 20 milioni di metri cubi, a fronte di consegne giornaliere pari a circa 27 milioni di metri cubi effettuate nei giorni scorsi – la nota dell’Eni dopo lo stop – si riserva di comunicare eventuali aggiornamenti nel caso in cui vi fossero ulteriori variazioni significative nelle quantità in consegna comunicate da Gazprom”. Il prossimo 9 settembre è in programma il Consiglio dei ministri dell’Energia.
Il Decoupling è il cosiddetto “disaccoppiamento” del prezzo del gas da quello dell’elettricità. Il Price Cap è invece la proposta di voler fissare un tetto al prezzo per l’acquisto di gas naturale dalla Russia. La misura è stata sostenuta negli scorsi mesi soprattutto dal Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi e negli scorsi giorni alcuni retroscena politici hanno parlato di aperture da Paesi precedentemente restii come per esempio la Germania. C’è cauto ottimismo.
“I prezzi dell’energia stanno battendo record dopo record. Le conseguenze per le famiglie e le imprese non sono sostenibili. Dobbiamo affrontare questo problema insieme e con urgenza”, ha dichiarato su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nell’ambito del proprio intervento al Baltic Sea Energy Security Summit a Copenhagen annunciando che nell’Unione Europea si è raggiunta “una media di riempimento degli stoccaggi dell’80%, l’importo che abbiamo concordato per quest’anno”.
Secondo un portavoce della Commissione Europea citato dall’Ansa le misure di emergenza annunciate da Bruxelles dovrebbero vedere la luce nelle prossime settimane. E quindi anche prima del 14 settembre quando Von der Leyen terrà il suo discorso sullo Stato dell’Unione. “Non escludiamo che la proposta possa avvenire prima del Consiglio straordinario”, ha precisato il funzionario sottolineando che “gli stati membri hanno forti competenze in materia dunque bisogna sondare tutte le posizioni”. Per quanto riguarda invece le riforme strutturali del mercato dell’elettricità si andrà “all’inizio del prossimo anno”.
I partiti italiani intanto non smettono di fare pressing su Palazzo Chigi mentre il Presidente del Consiglio Draghi continua a respingere l’idea di un nuovo scostamento di bilancio.
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