Il Consiglio di Stato ha sospeso, almeno per il momento, il trasferimento di sei motovedette italiane alla Tunisia. A renderlo noto sono state le associazioni che avevano presentato ricorso al Tar del Lazio, contestando il finanziamento di 4,8 milioni di euro destinati alla rimessa in efficienza e poi all’invio delle navi direzione Tunisi. Il ricorso in realtà era stato bocciato dal tribunale amministrativo, ma Palazzo Spada ha optato per la sospensione del trasferimento, accogliendo l’istanza cautelare di Asgi, Arci, ActionAid, Mediterranea Saving Humans, Spazi Circolari e Le Carbet. L’ultima decisione in merito sarà presa il prossimo 11 luglio, quando è stata convocata l’udienza in camera di consiglio.

Sospeso il trasferimento di motovedette italiane alla Tunisia, la battaglia delle associazioni

“Come sostenuto anche dalle Nazioni Unite, fornire motovedette alle autorità tunisine vuol dire aumentare il rischio che le persone migranti siano sottoposte a deportazioni illegali”, spiegano le avvocate che seguono il caso, Maria Teresa Brocchetto, Luce Bonzano e Cristina Laura Cecchini. Sotto attenzione il quadro delle violazioni dei diritti umani in Tunisia: “Alla nuova ondata di arresti e deportazioni nei confronti delle persone migranti ora si affiancano persecuzioni contro gli attori della società civile che le sostengono”, dice poi Filippo Miraglia di Arci, “tuttavia le politiche italiane ed europee sembrano sostenersi e giustificarsi a vicenda, impermeabili agli allarmi lanciati dalle Nazioni Unite e dalle ong internazionali che condannano unanimemente l’operato delle autorità tunisine”.

“Le deportazioni di massa, gli arresti arbitrari e le violenze ai danni delle persone migranti dimostrano che la Tunisia non può essere considerata un luogo sicuro di sbarco. Come per la Libia, le autorità tunisine non possono quindi essere considerate un interlocutore nelle attività di soccorso”, ha commentato Lorenzo Figoni di ActionAid Italia. Secondo invece la presidente di Mediterranea Saving Humans, Laura Marmorale, “si tratta di una decisione estremamente importante, poiché sono in gioco i diritti umani delle persone in movimento. La sospensione del trasferimento delle motovedette consente all’autorità giudiziaria di valutare la legittimità dell’atto prima che possa produrre effetti dannosi. Alla luce della documentazione depositata, riteniamo la Tunisia un porto non sicuro“.

Sospeso il trasferimento di motovedette italiane alla Tunisia, l’accordo tra Roma e Tunisi

Entro giugno dovevano partire le prime tre motovedette verso la Tunisia, ma il Consiglio di Stato ha bloccato tutto per adesso. L’accordo era stato deciso nel dicembre 2023, quando il Ministero dell’Interno italiano ha stanziato i 4,8 milioni di euro per impacchettare le navi militari e spedirle alla Garde Nationale tunisina. Un’intesa già utilizzata in passato sempre con la Tunisia, ma anche con la Libia. La collaborazione tra Italia e Tunisia è stata particolarmente promossa dal governo di Giorgia Meloni, che in circa un anno è volata nel paese nordafricano ben quattro volte, senza contare i viaggi dei vari ministri, stringendo accordi con il presidente Kais Saied, sostenendolo anche finanziariamente in cambio di una maggiore cooperazione volta a frenare le partenze di migranti. La Tunisia, infatti, l’anno scorso era diventata di gran lunga il paese da cui partivano più migranti in direzione Italia. Dopo gli accordi con Roma, e anche con Bruxelles, la situazione è cambiata, nonostante Saied sia sempre pronto – aprendo o chiudendo i ‘rubinetti’ – a utilizzare i flussi migratori come arma di pressione nei confronti dell’Europa.