È sempre in crescita l’odio raziale nei confronti della popolazione asiatica in America e non solo. A peggiorare il problema della xenofobia è forse anche la errata denominazione che a inizio pandemia si era data al Coronavirus, noto inizialmente come il “virus cinese“.

Secondo i dati riportati da Vanity Fair, al gruppo creato per difendere i diritti degli asiatici StopAAPIHate sono arrivate più di 2800 segnalazioni di storie di discriminazione nei confronti della popolazione asiatica, nel periodo da Marzo a Dicembre 2020.

I cittadini di origine asiatica che vivono in America si sono ritrovati gatti morti nei negozi, sono stati picchiati o come è successo ad una donna 89enne a Brooklyn dove due uomini l’hanno prima picchiata e poi le hanno incendiato i vestiti.

Sono stati registrati oltre 2100 incidenti correlati al coronavirus portando ad una crescita esponenziale i problemi di xenofobia, razzismo antiasiatico, sinofobia, discriminazione e violenza. Cosi parte la campagna #StopAsianHate e #RacismIsNotComedy gli hashtag diventati virali per sensibilizzare la popolazione mondiale e rendere tutti consapevoli che bisogna uccidere il virus non le persone.

Solo nelle ultime due settimane si sono registrati altri innumerevoli incidenti causati dai problemi sopracitati. Tutti gli attacchi hanno causato vittime e feriti. Oltre alla sparatoria avvenuta ieri ad Atlanta, dove hanno perso la vita otto persone, ci sono anche le storie di Vicha Ratanapakdee, Noel Quintana e di altre vittime rimaste anonime.

Vicha Ratanapakdee, era un nonno tailandese 84enne che ha perso la vita a causa delle ferite riportate dopo essere stato spinto bruscamente a San Francisco; Noel Quintana, 61enne, è stato tagliato sulla faccia in metro a Manhattan; un 91eene ed altre due persone sono state spintonate a terra nel quartiere ChinaTown in Oakland. La cosa che accomuna tutte queste persone innocenti? La nazionalità e l’origine asiatica.

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Laureata in relazioni internazionali e politica globale al The American University of Rome nel 2018 con un master in Sistemi e tecnologie Elettroniche per la sicurezza la difesa e l'intelligence all'Università degli studi di roma "Tor Vergata". Appassionata di politica internazionale e tecnologia