Il pagamento del debiti dello Stato alle imprese e alle aziende è un argomento ricorrente dei programmi dei governi del paese. Tutti i premier degli ultimi dieci anni si sono impegnati ad attuare piani straordinari di liquidazione dello stock di debito pubblico verso le imprese. Ma la questione è rimasta fino ad oggi sul tavolo, del tutto irrisolta e tanti drammi professionali e umani si sono nel frattempo consumati, nell’indifferenza generale. Voglio oggi portare all’attenzione dei lettori la storia, per certi versi paradigmatica, della Berica Impianti Spa, una impresa della provincia di Vicenza. Il suo titolare si chiama Severino Trevisan, è stato anche sindaco del suo comune, e poi si è dedicato soltanto all’attività imprenditoriale.

L’azienda era all’avanguardia dal punto di vista imprenditoriale, al punto da vincere una serie di appalti del ministero della Giustizia per la realizzazione di impianti di cogenerazione termoelettrica all’interno di quattordici penitenziari italiani. Dopo aver gestito questi impianti, l’azienda si è trovata coinvolta in diversi contenziosi con l’Amministrazione riguardanti la revisione prezzi, che veniva negata. In poco tempo l’azienda, che era sana, si è trovata in difficoltà finanziarie ed è stata costretta a chiedere il concordato preventivo. Ma che fine hanno fatto i contenziosi? Hanno tutti avuto un esito rovinoso per lo Stato, che ora, in base a sentenze esecutive, deve all’impresa oltre sei milioni di euro. Queste somme sono essenziali per rispettare gli impegni assunti dal Trevisan con il concordato, e per evitare il fallimento, ma lo Stato non le versa.

Quello stesso Stato, negli anni scorsi, ha inspiegabilmente rifiutato proposte transattive, che avrebbero evitato le rovinose condanne, che poi ha subito. A sbloccare la situazione non sono state sufficienti neppure tre interrogazioni parlamentari, che, in tempi diversi, sono state presentate sulla vicenda. Lo Stato non solo non paga, ma non spiega neppure perché non paga quanto sancito in sentenze già passate in giudicato. Lo Stato è una sfinge imperscrutabile, che rimane muta ed indifferente alle sorti dei suoi fornitori, che sono pure i suoi cittadini. Ma così un’azienda muore.
Muore la fiducia nello Stato. Muore la fiducia nelle Istituzioni.