Il guzzantino
Storia d’Italia, 1953: lo Stivale spaccato da guerre di religione
Avevo dodici anni e, mentre camminavo verso il Senato, gli strilloni dei giornali (esistevamo gli strilloni che vendevano le copie sul braccio) gridarono: «È morto Stalin! È morto Baffone! I comunisti di tutto il mondo in lutto!». Era vero: era proprio morto Stalin. Non che lo conoscessi molto, ma da anni si parlava sempre soltanto di lui, che ci guardava dai manifesti. Ora descritto come belva, ora il buon vecchio Uncle Joe, come lo chiamavano gli americani, ma anche l’uomo nelle cui fauci milioni di persone erano sparite. Era ancora un’Italia da guerre di religione e la religione era un tema politico perché il Papa Pio XII era un anticomunista militante e proprio in quell’anno dagli Usa mandarono a Roma come ambasciatrice Clara Boothe Luce, una anticomunista ossessiva, sicura che i russi avessero avvelenato gli affreschi della sua camera da letto per ucciderla. Clara pretendeva di impartire al Papa lezioni di anticomunismo ed Eugenio Pacelli un giorno esplose: «Signora, le disse: la prego di credere: sono cattolico anch’io».
Per fortuna, in quel 1953 si chiuse la sanguinosissima guerra di Corea con armistizio al 38mo parallelo, ancor oggi il confine che Trump ha varcato per stringere la mano al grasso ragazzo che «sparava razzi». Gli americani avevano avuto un altro bagno di sangue, più simile a quello della Prima guerra mondiale delle trincee che a quello della seconda. La Cina aveva perso quasi due milioni di soldati in Corea, mentre intanto il generalissimo Chiang Kai-shek (che con Mao aveva combattuto contro i giapponesi prima della resa dei conti) si era ritirato nell’isola di Taiwan con tutta la sua armata sconfitta. Chiang ricevette dagli americani armi sufficienti per una lunga resistenza e quella resistenza dura fino ad oggi, mentre si addensano su quell’isola e quei mari nuovi venti di guerra nel Mare del Sud della Cina e nello stretto di Formosa dove si sono radunate la flotta americana, quella australiana, l’indiana, la giapponese e perfino la Vietnamita, perché il Vietnam di oggi – scherzi della Storia – è alleato militarmente degli americani contro i cinesi.
Il mondo del 1953 lasciò uova di serpente che ancora devono schiudersi. Intanto a Taiwan hanno varato una democrazia pacifista ecologica che attragga gli ecologisti in un fronte anticinese, mentre la Cina cerca di arrestare l’emorragia delle aziende come Samsung e Apple che fuggono dal suo territorio, provocando disoccupazione. Sempre nel 1953 a Bruxelles i sette nani della finanza e dell’industria cercano di trasformare la Comunità del carbone e dell’acciaio in un embrione di Europa. L’idea era caldeggiata dagli americani per un solo motivo: bisognava impedire che per la terza volta dopo il 1870, il 1914 e il 1939 il mondo finisse nell’apocalisse per la faida infinita tra Francia e Germania. Certo, il Manifesto di Ventotene con Altiero Spinelli e i padri fondatori, contava. Ma alla base della concreta idea d’Europa c’era il desiderio di riconoscere alla Germania la supremazia industriale purché rinunciasse ad avere un peso militare: le veniva assegnato solo il minimo sindacale per stare nella Nato, ma la sua fortuna sarebbe consistita nel rinunciare ai carri armati per produrre Mercedes e Audi, lasciando agli Usa il compito e la spesa della sicurezza, posizione che oggi Trump ricusa, tirandosi indietro dagli impegni del secolo scorso.
Ci fu un grandioso e appassionante delitto nel 1953: il primo dei grandi delitti italiani e che passò alla storia come “caso Montesi”. Ne parlai con Gabriel Garcia Marquez, dopo aver scoperto che il grande scrittore era stato all’epoca inviato a Roma da Bogotà e aveva scritto tutto sul caso Montesi. Il caso consisteva nel ritrovamento del cadavere di una povera ragazza, Wilma Montesi, nuda e morta sulla riva del mare a Torvaianica. Di che cosa era morta? Non si sa. Dunque, tutte le ipotesi erano buone. Perché non cocaina? Feste fra ricchi potenti che divorano ragazze innocenti? Boss democristiani? E perché no. Non emerse nulla, ma il ministro Piccioni ebbe la carriera stroncata benché innocente.
L’opinione pubblica chiedeva che si trovassero i colpevoli fra gli alti papaveri della Dc: era uscita la canzone Papaveri e papere cantata da Nilla Pizzi e per “alti papaveri” si intendeva gli intoccabili, viziosi politici nei cui festini si sacrificavano le sventurate ragazze del popolo. Tutto molto enfatico, con il quotidiano modernissimo Paese Sera (comunista) e Momento Sera (centrista) che uscivano con più edizioni al giorno, i reporter tutti usciti da un romanzo di Chandler, tutti a imitare gli americani, specialmente i comunisti. L’aria da guerra fredda soffiava sempre più greve.
Intanto, sempre a proposito di guerra fredda, Charlot, ovvero il popolare comico inglese Charlie Chaplin si vide incriminato dagli americani come sospetto comunista e non tornò più in America fino al 1971 quando ricevette l’Oscar alla carriera. Intanto, sempre in quell’anno, coniugi Julius ed Ethel Rosenberg furono portati nella stanza della morte di Sing Sing di New York (oggi è un museo), legati alla sedia elettrica e – come dicono gli americani – “fritti”. Sembra non ci siano dubbi sul fatto i due – più probabilmente Julius – passarono i segreti atomici ai russi, Ma a mandarli sulla sedia c’era di sicuro il desiderio di vendicarsi contro i commies che avevano superato gli americani nella qualità delle bombe, essendo arrivati a quella al plutonio. L’esecuzione fu atroce, penosa, con le luci gialle che s’abbassavano quando la leva che dirottava l’energia era abbassata e i corpi tremavano davanti ai giornalisti seduti sulle sedie a distanza di sicurezza. Furono fatti friggere a lungo col fumo che usciva dalla calotta avvitata sul loro cranio, finché non morirono. D’altra parte, ancora si fucilavano reduci nazisti, anche con qualche irreparabile errore giudiziario.
Le elezioni non fecero scattare la legge truffa, ma furono comunque vinte dal centro e dunque proseguirono i governi democristiani di coalizione, con socialisti di Nenni e comunisti di Togliatti all’opposizione. L’Italia cominciava a riprendersi industrialmente e i consumi crescevano. La moda italiana cominciava a imporsi su quella francese e le auto italiane godevano di buon prestigio. Anche l’alfabetizzazione procedeva, gli analfabeti diminuivano e la televisione era diventata il nuovo dizionario, teatro, maestro di scuola, amico, padre spirituale, scatola dei sogni. Nei paesi capitava che attori come Alberto Lupo, che recitavano il ruolo del cattivo, fossero inseguiti coi forconi. I lettori di telegiornali erano spesso applauditi o insultati per le notizie che davano. Il calcio e il ciclismo dominavano le fantasie dei ragazzi, specialmente maschi e costituivano la valvola di sfogo contro le frustrazioni collettive. Gli sport di massa funzionavano come antidepressivi e come eccitanti.
E pochi fecero caso a una notizia che avrebbe cambiato la prospettiva della vita: la scoperta del Dna, l’acido desossiribonucleico sul quale sono scritte in lingua proteica tutte le nostre caratteristiche personali e di specie. La Chiesa non era molto contenta degli eccessivi progressi della scienza. Ma tutti furono felici quando a Roma si inaugurò lo Stadio Olimpico ospitando il match Italia-Ungheria. E nell’Est? Che fanno quelli dell’Est sovietico, adesso che Baffone è morto? Se ne sapeva poco. Si disse che gli ebrei avevano tirato un sospiro di sollievo perché Stalin stava per lanciare una purga contro i medici “cosmopoliti”, cioè ebrei, per fare un repulisti antisemita in tutto il partito. Qualcuno disse che gli avevano fatto la pelle. Quanto meno, nessuno aveva soccorso Stalin crollato a terra. Dopo un periodo di incertezza, in cui sembrava che avesse vinto l’obeso Malenkov, alla fine emerse il nuovo vero leader Nikita Kruscev, contadino e soldato che aveva lavorato a fianco di Stalin e di cui denuncerà le criminali malefatte al XX congresso del 1956.
Per ora Nikita è un novizio che conta meno di Palmiro Togliatti e del leader cinese Mao Zedong. Quando gli operai di Berlino Est scioperano per orario di lavoro e salario, il partito dei lavoratori da Mosca gli manda i carri armati. È la prima strage, cui seguiranno quelle di Budapest e di Praga. Il cubano Fidel Castro, appena laureato, raduna in montagna un gruppo di rivoluzionari e decide di assaltare la caserma Moncada. Li prendono tutti e li mettono sottochiave, ma “l’assalto alla Moncada” diventerà l’inizio della rivoluzione. Gli americani si preoccupano: ma questo Fidel Castro, non sarà comunista per caso?
Gli americani prendono la guerra fredda molto sul serio: e alla General Electric licenziano i sospetti comunisti. Ma dall’America arrivano anche nuovi oggetti e stili di vita, dalla caramella col buco ai cosmetici a basso costo e i dentifrici per un alito da drago alla menta, e svanisce il sentore delle ascelle e dei piedi in un Paese che era abituato a un bagno in bagnarola settimanale e qualche pediluvio nel bagnapiedi di zinco. Non si usava molto la carta igienica, sostituita da quella di giornale con cui si foderava anche il secchio dell’immondizia che gli immondezzai prelevavano dietro la porta di casa con dei grandi sacchi di juta. I preti erano vestiti come don Camillo e non trovavi un gay neanche col lanternino. I padri e le madri mollavano schiaffoni senza risparmio e i figli se li prendevano zitti, con le orecchie rosse e la testa bassa.
LA CRONOLOGIA DEGLI EVENTI DEL 1953
5 marzo. Muore Stalin
31 marzo. Approvata dal Parlamento italiano la nuova legge elettorale, che le opposizioni chiamano la “legge truffa”. Assegna il 65% dei seggi alla coalizione di liste che raggiungeranno il 50 per cento dei voti.
11 aprile. Una ragazza di 24 anni, Wilma Montesi, viene trovata morta nella spiaggia di Torvaianica. L’inchiesta diventa un giallo politico. Finisce sotto accusa un gruppo di ragazzi della Roma bene che avevano tenuto un festino in una villa lì vicino. Uno di questi ragazzi è Piero Piccioni, figlio di Attilio, probabile successore di De Gasperi alla guida della Dc. La carriera politica di Attilio è travolta. E anche la vita del giovane Piero, che risulterà poi del tutto innocente.
17 aprile. Il grande attore e regista Charlie Chaplin annuncia che non tornerà più negli Stati Uniti dove è stato messo sotto accusa dai maccartisti che sostengono che sia comunista.
17 maggio. A Roma viene inaugurato lo stadio Olimpico con la partita di calcio tra Italia e Ungheria (l’Ungheria, in quegli anni, è considerata la più forte nazionale del mondo).
29 maggio. Un alpinista neozelandese e uno del Nepal conquistano l’Everest, cioè la vetta più alta del mondo.
2 giugno. Elisabetta è incoronata regina d’Inghilterra.
7-8 giugno. Si svolgono le elezioni politiche in Italia, la legge elettorale non scatta perché nessuna coalizione raggiunge il 50 per cento dei voti. La coalizione centrista (Dc, Psdi, Pri e Pli) candidata a ottenere la maggioranza assoluta, si ferma al 49,85 per cento.
19 giugno. A New York vengono uccisi con la sedia elettrica i fisici Julius ed Ethel Rosenberg, marito e moglie, con due figli piccoli, accusati di avere passato segreti militari ai sovietici per costruire la bomba atomica. In tutto il mondo clamorose proteste antiamericane.
26 luglio. Fidel Castro dà l’assalto alla caserma Moncada. Militarmente è un fallimento ma di fatto inizia la rivoluzione cubana.
28 luglio. De Gasperi si presenta alla Camera per avere la fiducia sostenuto solo dal suo partito e dai monarchici. Non ottiene la fiducia. Finisce la carriera di De Gasperi che morirà l’anno dopo, Anche la famosa legge truffa viene cancellata dal Parlamento. Il nuovo presidente del consiglio è Giuseppe Pella.
7 settembre. Il comitato centrale del Pcus elegge Nikita Krusciov segretario generale del partito. Krusciov è il commissario politico che guidò la resistenza di Stalingrado. È lui il successore di Stalin.
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