“Mio marito aveva sempre idee un po’ strane, era un uomo particolare”. Maria Franca Fissolo, vedova di Michele Ferrero riassume con queste parole gli anni passati al fianco di uno dei più grandi imprenditori italiani. Una storia nata quando lei aveva solo 22 anni ed era appena entrata in azienda. Voleva diventare interprete, parlava inglese, francese e tedesco: “Un giorno fui chiamata ai piani alti, mi dissero che la traduttrice non stava bene e andava sostituita subito perché stava per cominciare una riunione. Ricordo ancora l’imbarazzo e il timore che avevo, ma alla fine Michele Ferrero si girò verso di me e mi disse ‘È andata bene, complimenti’. Da quel momento iniziò un suo corteggiamento, ma io rifiutai i primi semi-inviti perché le cose dovevano essere spontanee e chiare, senza ambiguità. D’altronde aveva 14 anni più di me, solo quando fece un passo diretto e mi invitò a cena, accettai”.
La nascita del nome Nutella
Tra gli aneddoti raccontati nell’intervista al Corriere della Sera, la sig.ra Ferrero ricorda il giorno in cui il marito, dopo qualche ore di riflessione inventò il nome Nutella, da associare all’iconica crema di nocciole. I due si trovavano a Francoforte per una celebrazione legata alla loro attività in Germania. Dopo il ritorno in albergo intorno alle 17:30, Maria, suo marito e sua madre si stavano preparando per la cena alle 18. Ferrero però decise di uscire per un momento. Dal finestrino della loro stanza che si affacciava sul fiume Meno, Maria lo osservava camminare avanti e indietro lungo la riva insieme al suo stretto collaboratore, Severino Chiesa.
Passò un’ora, poi due, Maria intuiva che suo marito stava riflettendo su qualcosa di importante. Quando finalmente si incontrarono nella hall dopo due ore, in ascensore le chiese di dargli ancora un po’ di tempo: “Maria, non dirmi niente, la mia testa deve essere libera, lasciami ancora un momento perché ci sono quasi arrivato”.
Mentre scrutava il fiume dalla finestra si girò e pronunciò la parola “Nutella”. Maria rimase perplessa: “Cos’è?”. “È il nome del prodotto che correrà nel mondo”, rispose suo marito. A distanza di anni, la donna ricorda di aver visto quello stesso fervore anche nell’idea dell’ovetto Kinder: aveva capito che per convincere mamme e nonne a comprarlo, avrebbe dovuto contenere più latte e meno cacao, e una piccola sorpresa all’interno”.