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Storie di vino a Castellina in Chianti, il paesaggio umano secondo Armando Castagno
“Spesso si parla di territorio ma si dimentica che ci sono le persone. Ecco perché, per realizzare questo volume, ho voluto intervistare i produttori rigorosamente in presenza, senza concordare le domande perché il racconto fosse spontaneo, quasi una chiacchierata tra amici. Questo mi ha permesso di mettere in luce aspetti inediti, ricordi, vicende personali, storie di famiglia”. Armando Castagno, un tempo cronista sportivo, ormai da 20 anni critico enoico e scrittore del mondo del vino, oltre che docente esperto di grandi territori vitivinicoli italiani e internazionali per la Treccani, racconta così la sua ultima fatica: “Castellina in Chianti. Territorio, vino, persone”, un volume promosso dall’Associazione viticoltori di Castellina in Chianti, in provincia di Siena, per celebrare i suoi 20 anni di vita.
“Al di là di una parte descrittiva e didattica sul territorio di Castellina in Chianti, nel libro non troverete numeri, ettari o presentazioni dettagliate delle singole aziende, se non quanto riferito dagli stessi intervistati sulle loro attività. Quello che mi interessava, infatti, era cogliere l’umanità dei produttori, raccontare il loro vissuto che poi si ritrova nel calice. Questo testo è più simile a un mosaico piuttosto che a una stele”, spiega l’autore. Il riferimento artistico e stilistico non deve sorprendere: Castagno è laureato in studi storico-artistici, possiede una vasta conoscenza del mondo e della storia dell’arte, infine, dal 2015, insegna proprio Storia dell’Arte e Geografia del Terroir presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Ecco dunque la lista di ben 37 produttori, dai titolari delle aziende più antiche e blasonate a quelle più piccole e meno conosciute: ne emerge un ritratto molto personale di ciascuno di loro, fatto di aneddoti, retroscena, passioni e curiosità, che rivela il lato più umano e autentico di chi con il proprio lavoro è riuscito a rendere grandi i vini di questa zona del Chianti Classico. “Quando ho dovuto decidere la disposizione delle interviste, ho pensato di evitare la classica sequenza alfabetica. Inoltre, molte aziende hanno nel loro nome termini come ‘podere’ o ‘castello’ che rendono complessa pure la definizione dell’ordine alfabetico”, racconta lo scrittore. “Così ho pensato a soluzioni diverse: una lista basata sulla cronologia degli incontri oppure dei raggruppamenti sulla base della tipologia delle interviste. Tutto molto complicato. Alla fine – sorride con ironia – ho scelto l’ordine alfabetico”.
Ad accompagnare le storie, un ruolo rilevante gioca la parte fotografica del volume, con i ritratti dei produttori realizzati da Caroline Aspas – specializzata in ‘esperienze fotografiche esclusive’ e personal branding – che con le sue foto ha saputo catturare la parte più intima dei protagonisti. Ad Andrea Federici, invece, il compito di raccontare per immagini la meraviglia dei paesaggi di Castellina. “I produttori di Castellina in Chianti da tempo sentivano la necessità di iniziare un percorso comune nel tentativo di promuovere il territorio e valorizzare i vini straordinari e l’immagine di Castellina”, spiega il presidente dell’Associazione, Enrico Pozzesi, sottolineando che “da qui è nata l’idea di affidare ad Armando Castagno il compito di raccontarci. Fin dalla prima riunione, quando abbiamo cominciato a confrontarci per selezionare la persona cui affidare l’incarico non abbiamo avuto dubbi. La scelta è caduta subito su Armando”.
Castellina in Chianti è certamente uno dei comuni di più lunga storia e maggiore importanza nell’area del Chianti Classico, ma non era mai stato raccontato finora con la dovizia di particolari – storici, sociologici, geologici, climatici, geografici e produttivi – che il volume si propone di fornire ai suoi lettori. La prima parte (“Identità”) è dedicata al territorio di Castellina: confine anche una dettagliata analisi del territorio, con una inedita divisione della superficie comunale in 15 “unità vocazionali”. Per dirla con Giampaolo Gravina, un altro esperto di vino e spesso partner di Castagno in altre avventure editoriali, questo non è un territorio “asfaltato dai vigneti”: viceversa, “il Chianti Classico ti permette di vivere nella diversità”.
La seconda sezione del volume (“Persone”) è diventata strada facendo la più ampia, proprio perché, secondo l’autore, riguarda il tema decisivo per l’interpretazione dei dati storici, tradizionali, estetici e ambientali, ossia l’elemento umano, nella sua accezione comunitaria. Così, per ciascuna delle 37 aziende associate, ospita una scheda, in forma di lunga intervista corredata da foto dei luoghi e delle persone. Protagonista è il profilo personale degli intervistati: ricordi, radici, progetti, motivazioni, obiettivi raggiunti e ancora da raggiungere.
La terza sezione, infine, (“Orientamento”) offre al lettore le informazioni utili per conoscere Castellina: nomi, recapiti, coordinate e 16 tavole geografiche dettagliate con le posizioni di tutte le cantine. Chiude il capitolo una bibliografia essenziale cui attingere per ulteriori ricerche. In conclusione, come osserva Giampaolo Gravina, in questo libro “Armando mette al centro l’interpretazione: il paesaggio del vino è un paesaggio umano”.
Castellina in Chianti: territorio e assaggi
Situato in provincia di Siena, il borgo di Castellina in Chianti occupa una superficie di circa 10mila ettari, a cavallo tra la Val d’Elsa, la Val di Pesa e la Valle del fiume Arbia. Circa 1.682 ettari sono coltivati a vigneto: è il Comune con più superficie vitata di tutto il Chianti Classico. Circa il 70% dei vigneti è a conduzione biologica o in conversione, una percentuale in progressiva crescita: delle 39 aziende che fanno parte dell’Associazione, infatti, ben 36 sono già certificate bio o in regime di conversione. Designato nel disciplinare del Chianti Classico come Unità Geografica Aggiuntiva, il territorio di Castellina in Chianti si caratterizza per i suoli ricchi di scheletro di galestro e di marne calcaree, per le esposizioni ottimali e le forti escursioni termiche che permettono di vendemmiare uve di altissima qualità. L’offerta storico-artistica e quella enogastronomica richiamano ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo.
Gli assaggi dei vini presentati all’evento romano per la presentazione del volume di Armando Castagno ci raccontano un territorio in grande salute, caratterizzato da qualità e affidabilità. Accanto ad aziende storiche tradizionali che hanno fatto la fortuna del luogo – Castello di Fonterutoli, Ruffino, Rocca delle Macie, Castellare di Castellina, Tenuta di Lilliano – da segnalare alcune aziende piccole e/o giovani molto interessanti: Tregole, Pomona, Gagliole, Lornano.
Insieme a queste, fanno parte dell’Associazione: Antico Podere Casanova di Bucciarelli, Antiche Terre Belvedere di San Leonino, Bibbiano, Buondonno, Casale dello Sparviero/Campoperi, Casina Di Cornia, Castagnoli, Castello La Leccia, Cecchi, Cennino, Concadoro, Fattoria Di Vegi, Il Caggio/Ipsus, La Croce dei Fratelli Zari, La Mirandola nel Chianti, Marchesi Antinori a Castellina in Chianti, Mazza, Nardi Viticoltori, Nittardi, Piemaggio, Podere La Piaggia, Querceto Di Castellina, Rocca di Cispiano, Rodano, San Donatino, San Fabiano Calcinaia, Setriolo, Tenuta Canale, Tenute Squarcialupi La Castellina, Villa Trasqua. Una lista di tutto rispetto, con realtà vitivinicole tra le più prestigiose e ricche di storia dell’intera Toscana.
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