Serie A
Sulla strada dell’Inter c’è la Roma di De Rossi
Per parlare di fuga, forse, è un tantino presto. Certo è che il successo dell’Inter nel Derby d’Italia contro la Juventus ha scavato un mini-solco tra la squadra di Milano e la sua più immediata (e temibile) inseguitrice. Quattro punti, almeno sulla carta, non sono granché. Da qui alla fine del campionato, del resto, c’è tutto il tempo per recuperare. Considerata la partita in meno che i neroazzurri di Simone Inzaghi hanno sui bianconeri – oltre che sul Milan terzo incomodo – lo strappo d’inizio 2024 assume il sapore di un primo, vero, tentativo, di salutare tutte le altre contendenti e provare a rincorrere lo scudetto numero 20.
La marcia di De Rossi
Qualcosa, in questo senso, lo si capirà già sabato. Alle 18, infatti, all’Olimpico si incontreranno la capolista e una Roma che, dall’avvento in panchina di Daniele De Rossi in poi, sembra avere cambiato marcia. Tre vittorie su altrettanti match dicono molto circa la ritrovata vena dei giallorossi che, dopo aver vinto con Verona, Salernitana e Cagliari, hanno nel mirino quella zona Champions che se arrivasse un bel risultato contro Lautaro Martinez e compagni non sarebbe una bestemmia evocare. Alle sue spalle, però, la Roma incombe. All’esame di maturità contro l’Inter il compito di dire quale sarà la parte che la squadra di Paulo Dybala sarà chiamata a recitare di qui in avanti.
La grande prova contro la Juventus
Al cospetto di una Juve pronta a difendersi dalla metà in giù del campo e a ripartire non appena fosse possibile, l’ultima Inter vista a Milano ha messo in mostra tutto il suo repertorio, con un Hakan Calhanoglu in formato trascinatore e una squadra capace di girare a mille spinta da un San Siro gremito da oltre 75mila spettatori.
La 251° edizione di Inter-Juventus, insomma, non ha affatto tradito le attese, con qualche occasione sprecata di troppo anche sul versante torinese – dal canto suo, la Beneamata ha fallito con Nicolò Barella prima e Marko Arnautovic poi l’occasione di arrotondare l’1-0 conclusivo – e la sensazione che l’Inter sia al momento carica al punto giusto per sferrare l’attacco finale, o quantomeno per mettere in cascina tanto fieno prima dell’arrivo della primavera.
Da parte sua, Inzaghi getta acqua sul fuoco. Nel suo ruolo, peraltro, non potrebbe essere diversamente, anche perché all’appello mancano ancora 15 delle 38 giornate in cui è divisa la Serie A e, di conseguenza, i punti in palio sono davvero tanti, così come non mancano i possibili inciampi lungo la via che porta alla successione del Napoli campione d’Italia 2022-2023. Inzaghi che, beninteso, non sarà seduto in panchina nella Città eterna a causa della squalifica seguita all’ammonizione rimediata proprio nell’ultimo turno giocato.
Se i neroazzurri viaggiano spediti, la Juve, seppur andata ko nello scontro diretto, non è da meno, con il Diavolo un passo indietro ma comunque lì, pronto ad approfittare di qualsivoglia battuta a vuoto per rifarsi sotto al binomio di testa. Questa, in fondo, è un po’ anche la filosofia di Massimiliano Allegri che, certamente non soddisfatto per il mancato aggancio alla vetta, sa bene che i -4 punti dall’Inter e i +4 dal Milan non consentono a nessuno dei tre di abbassare la guardia.
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