Aya sempre al fianco del nipotino
Strage del Mottarone, la zia di Eitan scrive al fratello morto: “Realizzeremo i sogni che avevate per Eitan”
Dal primo momento in cui il piccolo Eitan, 5 anni, è stato portato in gravi condizioni all’ospedale Regina Margherita di Torino la zia Aya e la nonna del piccolo non lo hanno mai lasciato solo. Lo vegliano giorno e notte e lo riempiono di affetto per aiutarlo a superare questo brutto momento. Eitan Biran nella tragedia del Mottarone ha perso tutta la famiglia: la mamma Tal Peleg, di 26 anni, il papà Smit Biran, di 30 anni, e il fratello Tom che di anni ne aveva appena 2, e i bisnonni Itashak Cohen, di 81 anni, e Barbara Konisky, 71 anni.
Non hanno lasciato il piccolo nemmeno per partecipare ai funerali della famiglia in Israele. Ma Aya ha affidato i suoi pensieri a una lettera letta durante quell’ultimo saluto ai suoi familiari vittime della tragedia. “Faremo di tutto perché i desideri di mio fratello e sua moglie per Eitan si realizzino”, c’è scritto nella lettera pubblicata da Repubblica.
“Mio Amit, mio piccolo fratellino, mia amata Tal-Tal e nostro Tomi-Tom. Non ho parole per descrivere quanto ci mancherete – scrive – Quando ci avete raggiunto a Pavia, Eitan aveva solo un mese, le mie bimbe due e 18 mesi. Per la prima volta da anni abbiamo avuto una famiglia in Italia”, si commuove la sorella. “Abbiamo condiviso la crescita dei bambini, li abbiamo allattati insieme, visti sviluppare l’armonia che c’è tra due fratelli. Sapevamo che ci saremmo sempre stati gli uni per gli altri”.
Nell lettera Aya ricorda gli anni passati tutti insieme in Italia e la vita spezzata di una intera famiglia. “Ci sono così tante cose che vorrei dire ancora – scrive – Voglio dirvi che io e Or faremo di tutto perché i vostri desideri e i vostri sogni per Eitan diventino realtà. Siete sempre nel nostro cuore e anima, in ogni secondo. Vi vorremo bene per sempre”.
La lettera conclude con un grande ringraziamento ai medici dell’Ospedale di Torino “che stanno lavorando con passione e infinita pazienza”, alla comunità ebraica e alla città di Pavia che sta supportando la famiglia in queste drammatiche circostanze.
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