La sentenza
Strage di Bologna, Cavallini condannato all’ergastolo 40 anni dopo
La Corte d’Assise di Bologna ha condannato all’ergastolo l’ex Nar Gilberto Cavallini per la strage del 2 agosto 1980 alla stazione, costata la vita a 85 persone e nella quale altri 200 viaggiatori sono rimasti feriti. Cavallini, difeso dagli avvocati Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini, doveva rispondere di concorso in strage. Prima della sentenza l’ex estremista di destra, che al momento è detenuto in semilibertà nel carcere di Terni, ha fatto dichiarazioni spontanee respingendo ogni responsabilità nella strage.
Cavallini nel corso del processo a suo carico, che è arrivato alla sentenza di primo grado a 40 anni di distanza dalla strage, non ha mai voluto rivelare il nome della persona con la quale sarebbe stato la mattina del 2 agosto 1980, proprio nel momento in cui veniva piazzata la bomba in stazione a Bologna. L’ex Nar si è sempre limitato a dire di essere partito molto presto da Treviso per incontrare a Padova ‘il Sub’, a cui avrebbe affidato delle armi da modificare, ma non ha mai voluto rivelarne la vera identità anche se questo particolare avrebbe potuto scagionarlo.
Secondo gli ex Nar Francesca Mambro e Giusvà Fioravanti, entrambi condannati per la strage di Bologna, invece, Cavallini quella mattina avrebbe incontrato Carlo Digilio, detto ‘zio Otto’, l’armiere di Ordine Nuovo, segretario del poligono di tiro del Lido di Venezia. Per gli avvocati di parte civile sarebbe proprio Cavallini il tramite con quei servizi segreti che, insieme alla P2 di Gelli, sarebbero i veri mandanti della strage.
Dopo aver fatto dichiarazioni spontanee, l’ex terrorista non ha atteso fino alla fine della camera di consiglio, durata oltre 6 ore, ed è rientrato nel carcere di Terni, dove fino ad oggi era detenuto in semilibertà, prima della lettura della sentenza. Ad assistere al verdetto, invece, c’era Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime e una delegazione di parenti degli 85 morti e 200 feriti nella strage della stazione di Bologna.
“La condanna per Gilberto Cavallini conferma ancora una volta la matrice neofascista della strage del 2 agosto 1980. E aggiunge un altro importante tassello verso la verità, che sarà piena quando saranno individuati anche i mandanti. Questo risultato è dovuto all’impegno tenace dei familiari delle vittime, sempre accompagnato dalle istituzioni come parte civile”. Lo afferma il sindaco di Bologna, Virginio Merola, in merito alla condanna dell’ex Nar Gilberto Cavallini per la strage del 2 agosto 1980.
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