Il processo
Strage di Bologna, per Bellini ergastolo anche in appello. “È la parola agli 85 che non possono parlare”
Un video girato da un turista straniero pochi minuti prima dell’esplosione alla stazione il giorno dell’attentato come prova cardine, altre intercettazioni con Carlo Maria Maggi, ex neofascista quelle secondarie. Per Paolo Bellini, ex terrorista di Avanguardia Nazionale, imputato per concorso, quasi 70 anni, è stato confermato l’ergastolo anche in secondo grado. È stata la Corte d’Assise d’Appello di Bologna a emettere la condanna del carcere a vita al quinto uomo responsabile della strage del 2 agosto 1980, in cui persero la vita 85 persone e ne rimasero ferite altre 200.
Fu complice di uno dei più grandi attentati della storia del nostro Paese assieme a Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini (già condannato in via definitiva) e Gilberto Cavallini (anch’egli condannato in secondo grado). E Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti morti e non più imputabili. Con Bellini, condannati anche l’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, a 6 anni per depistaggio, e Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli a Roma, a 4 anni per false informazioni ai pm. La sentenza è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio. “Una strage che fu organizzata e finanziata da Licio Gelli, realizzata in cambio di denaro da gruppi neofascisti capitanati da Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, con depistaggi successivi di esponenti dei servizi appartenenti alla loggia P2”, ha commentato il senatore del Pd Alfredo Bazoli nel giorno dell’accertamento delle responsabilità dell’esecutore della strage di Bologna.
“È la parola agli 85 che non possono parlare”
“E’ una sentenza che conferma la gravitaà delle violazioni. Non solo la posizione di Paolo Bellini, ma tutte le vicende dei depistaggi e delle false informazioni date ai pm, penso alla vicenda di via Gradoli”. Cosi’ Andrea Speranzoni, avvocato del collegio di parte civile. Abbiamo potuto aprire uno squarcio di verità nuovo. Abbiamo visto un procuratore della Repubblica del 1980 connivente con un imputato del calibro di Paolo Bellini che ha continuato a commettere reati gravissimi”. “Questo – conclude – ci deve tenere attenti verso un passato recente ma anche verso il presente, la storia ci insegna che i fatti si possono ripetere. Dobbiamo tenere la guardia molto alta”. Soddisfazione anche da parte di Anna Pizzirani, vicepresidente dell’associazione delle vittime del 2 agosto 1980: “È la parola agli 85 che non possono parlare”.
Le versione di Bellini: “Innocente”
Secondo la sentenza, Bellini godeva di numerose protezioni inconfessabili. Nonostante ciò ha sempre proclamato la sua innocenza anche quest’oggi: “Sono un ladro, un assassino, un criminale, ma non uno stragista. Se fossi stato implicato nella strage di Bologna lo avrei confessato, non sarebbe cambiato nulla, perché il marchio di stragista mi era già stato impresso con il fuoco dai giornali e dalla comunicazione giudiziaria. Sono ancora un collaboratore di giustizia e se avessi avuto delle responsabilità lo avrei detto. La gente deve sapere che la storia è ben altra”.
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