Azouz Marzouk sarà presente in aula a marzo a Brescia quando si discuterà l’istanza di revisione presentata dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo in via definitiva per la strage di Erba. Azouz è convinto dell’innocenza di Rosa e Olindo, tesi che sostiene da quando non vive più in Italia Lo ha confermato la sua legale, Solange Marchignoli. “Loro due sono innocenti”, sostiene Azouz che si assocerà alla richiesta di revisione della sentenza e quindi all’annullamento dell’ergastolo.

Il processo per calunnia di Azouz Marzouk

Mio figlio Youssef troverà pace solo quando si conoscerà la verità. Ora in carcere ci sono due innocenti”, afferma il 42enne tunisino, secondo il Corsera, che nella strage di Erba ha perso, in un unico giorno, il figlioletto di 2 anni, la moglie Raffaella Castagna, e la suocera Paola Galli. Per anni, il 42enne tunisino aveva sempre sostenuto la colpevolezza dei coniugi Romano, salvo poi cambiare idea.

L’autocalunnia di Rosa Bazzi e Olindo Romano

Quattro anni fa infatti, Marzouk aveva persino accusato Romano e Bazzi di autocalunnia, ritenendo che la coppia si fosse addossata la colpa della strage con dichiarazioni false, quelle rese durante l’interrogatorio in cui entrambi avevano confessato i quattro omicidi e il tentato omicidio di Mario Frigerio, unico superstite. In quell’occasione, Marzouk aveva sollecitato la Procura generale di Milano ad avviare l’iter di revisione del processo in cui la coppia era stata condannata all’ergastolo. Essendoci però una pronuncia definitiva della Cassazione che li riconosceva autori di quel bagno di sangue, il tunisino è finito a processo per calunnia. Ma il 6 ottobre del 2021 è stato assolto dal Tribunale di Milano.

Il dettaglio della tenda insanguinata in casa di Valeria Cherubini

Uno degli elementi che, secondo Azouz Marzouk, potrebbero scagionare Olindo Romano e Rosa Bazzi, sono gli accertamenti, mai eseguiti, sulla tenda insanguinata dell’appartamento della vicina di casa Valeria Cherubini. Non è mai stato chiarito in dibattimento, infatti, se le macchie trovate sulla tenda di fronte al corpo della Cherubini fossero il frutto di schizzi dell’accoltellamento o dello strofinamento della vittima sulla stoffa. Accertamenti che però, non potranno mai essere eseguiti. La tenda insanguinata infatti, era stata mandata al macero nel 2018 insieme a un centinaio di altri reperti.

La pista della vendetta per droga

C’è poi la pista della droga su cui la difesa dei due coniugi ha intenzione di insistere particolarmente. Una tesi che vedrebbe, nel movente, le presunte attività illecite di Marzouk e dunque, di una vendetta collaterale nei confronti della banda di spacciatori di cui il 42enne tunisino sarebbe stato a capo. “Azouz è completamente estraneo a quanto accaduto e non ha paura di nulla – conclude Solange Marchignoli –. A lui interessa la revisione del processo, evitare che in carcere restino due innocenti”.

Redazione

Autore