Cresce la tensione tra Israele e l’Occidente dopo la ‘strage della farina‘ di Gaza e gli oltre cento civili uccisi mentre erano in fila per ricevere cibo. Israele prima ammette di aver sparato, solo in aria, per disperdere la folla, poi precisa che i 114 civili sarebbero molti a causa della calca. Testimonianze dirette affermano però il contrario: a sparare, e non in aria, sarebbero stati i soldati israeliani. In attesa che venga cristallizzato quando accaduto nell’ennesima strage di civili ridotti alla fame dalla guerra, Biden avrebbe rifiutato un colloquio con Netanyahu.

Strage farina, gelo Biden: rifiuta telefonata con Netanyahu

Secondo quanto riferisce Sky News Arabiya, il presidente americano si è rifiutato di parlare al telefono con il primo ministro israeliano dopo l’attacco delle Forze di difesa israeliane (Idf) ai palestinesi in fila per ricevere aiuti umanitari a nord di Gaza. Il network cita una propria fonte, secondo la quale la distanza tra i due leader si sta acutizzando in quanto Biden ritiene che Netanyahu non stia rispettando gli impegni sugli aiuti garantiti alla popolazione palestinese.

E dopo la strage della farina, la vicepresidente Usa Kamala Harris ha chiesto una tregua di almeno sei settimane.  Un messaggio chiaro ad Israele dopo cinque mesi di guerra e circa 30mila palestinesi uccisi. “Data l’immensa portata della sofferenza a Gaza, è necessario un cessate il fuoco immediato per almeno le prossime sei settimane, che è ciò che attualmente è sul tavolo” ha dichiarato Harris nel corso di un evento a Selma, in Alabama. “Questo consentirà di liberare gli ostaggi e garantire una quantità significativa di aiuti – ha aggiunto – Questo ci consentirebbe di costruire qualcosa di più duraturo per garantire la sicurezza di Israele e rispettare il diritto del popolo palestinese alla dignità, libertà e autodeterminazione. Israele deve fare di più per aumentare significativamente il flusso di aiuti”.

Strage farina, il viaggio di Gantz negli Usa non approvato da Bibi

Kamala Harris che nelle prossime ore incontrerà Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra israeliano e leader del partito di opposizione Unità Nazionale, proprio per discutere del cessate il fuoco e degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Un incontro che non sarebbe stato approvato dal governo Netanyahu. Secondo l’emittente israeliana “Kan” il governo israeliano ha ordinato alla propria ambasciata a Washington di non assistere il ministro Gantz. Secondo quanto emerso sabato 2 marzo, Gantz ha deciso di recarsi a Washington per tenere una serie di incontri, senza pero’ concordare il viaggio con il primo ministro Netanyahu, contrariamente a quanto prevedono le norme governative.

Una rottura sempre più evidente all’interno del governo israeliano a quasi cinque mesi dall’inizio del conflitto. Il viaggio di Gantz, che si è unito alla linea dura del governo di Netanyahu nei primi giorni della guerra dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre al sud di Israele, arriva nel mezzo di profondi disaccordi tra Netanyahu e il presidente Joe Biden sulla gestione dei civili a Gaza e sul futuro per l’enclave con l’ipotesi due Stati.

Strage farina, si dimette la comunicazione dell’esercito israeliano

Intato dopo la ‘strage della farina’, il numero due dell’unità di portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), il tenente colonnello Daniel Hagari, e un gran numero di alti funzionari del sistema informativo dell’Idf hanno annunciato le loro dimissioni dall’Esercito. Fonti della tv Channel 14 affermano che le dimissioni sono dovute ufficialmente a questioni “professionali e personali”. L’emittente da parte sua definisce “insolita” un’uscita dall’esercito di tale portata nel pieno di una guerra in corso. Oltre ad Hagari le dimissioni riguarderebbero anche l’altro tenente colonnello Richard Hecht, portavoce dell’Idf per i media esteri. Tra gli altri, Channel 14 fa poi i nomi degli ufficiali Merav Granot e Tzupia Moshkovich.

Redazione

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