La polemica e l'organizzazione da rivedere
Strage Ischia e “pericolo sciacallaggio”, fermata la contro-passerella degli ultras
Se la politica litiga e perde, per l’ennesima volta, la faccia davanti a tragedie annunciate, gli ultras non ridono. Anzi. Quelli del Napoli volevano andare a Ischia per dare una mano, aiutare i “fratelli ischitani” a quattro giorni dall’alluvione che ha devastato la parte alta del comune di Casamicciola, distruggendo case e provocando la morte di almeno otto persone (le speranze di ritrovare vivi i quattro dispersi sono, purtroppo, improbabili), oltre a più di 200 persone sfollate e quasi una trentina di abitazioni distrutte.
Davanti a tragedie del genere anziché fare proclami, si dovrebbe tacere e dare una mano in silenzio, in anonimato, magari provando a coordinarsi con chi è a spalare fango da giorni. E invece loro, in pieno recupero, a 90 ore dalla frana-killer, hanno lanciato sui social l’invito a tutti i tifosi: “Martedì 29 novembre 2022 alle ore 5.30 appuntamento al porto di Pozzuoli muniti di stivali e pala per aiutare i nostri fratelli ischitani! La nostra appartenenza alla terra di Partenope, dimostriamo che non è solo uno slogan ma un credo. Diamo il nostro contributo per un giorno alla “nostra Ischia”. Accorriamo in tanti con forza!”.
Adesso, dopo aver letto quanto scritto da alcuni gruppi ultras, cosa aveste fatto? Iniziativa lodevole ma fine a se stessa in un momento del genere. Forse bisognava coordinarsi prima con la Protezione civile e con chi sta gestendo la macchina dei soccorsi invece di dare un appuntamento al buio a tutti i tifosi del Napoli, rischiando (il paradosso) addirittura di creare problemi di ordine pubblico.
Immaginate l’arrivo di centinaia di tifosi nel piccolo comune di Casamicciola, dove da giorni sono impegnati oltre 150 vigili del fuoco, circa 200 esponenti delle forze dell’ordine, volontari, Protezione civile e cittadini. La situazione rischiava davvero di diventare ingestibile.
Poche ore dopo l’appello lanciato sui social dal tifo organizzato del Napoli, ecco arrivare l’amara notizia. “Davanti a una tragedia di simili proporzioni – si legge in un secondo messaggio dei tifosi – non è nostra intenzione polemizzare (ma poi lo fanno, ndr), tuttavia ci sentiamo da Ultras e da cittadini profondamente offesi da questo diniego illogico al nostro aiuto alla nostra terra. Non sappiamo i motivi dietro questa scelta ma bloccare centinaia di ragazzi per un presunto pericolo di sciacallaggio dimostra quanto poco conosciate del nostro mondo“.
Non si tratta di conoscere o meno il mondo ultras. Si tratta semplicemente di organizzare iniziative del genere con chi opera sul posto dal primo minuto. Se da una parte le passerelle dei politici non tramonteranno mai, dall’altra le polemiche futili fanno passare una iniziativa lodevole (ma impostata male) in una specie di contro-passerella su un isola che, mai come in questo momento, ha solo bisogno di serenità e azioni concrete e decise da parte delle Istituzioni.
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