Un cimitero di cadaveri nel mar Mediterraneo, al largo di Pylos, nel sud del Peloponneso. Una nuova strage di migranti nelle prime ore del 14 giugno in Grecia ma con dimensioni ancora più gravi di quella avvenuta al largo di Cutro, in Calabria, tra il 25 e il 26 febbraio 2023 con un bilancio di 94 morti accertati oltre a un numero imprecisato di dispersi. L’ultimo naufragio è avvenuto nelle scorse ore al largo delle coste della Grecia e ha visto protagonista una imbarcazione di trenta metri salpata dalla Libia orientale che ospitava oltre 500 persone (c’è chi dice addirittura 750). Imbarcazione in pericolo, segnalata più volte da un aereo di Frontex e dalle Ong e mai soccorsa dalle autorità greche, che si è ribaltata lasciando in mare centinaia di esseri umani. Era diretta in Italia.

Al momento il bilancio provvisorio è di almeno 79 cadaveri recuperati in mare dalla Guardia costiera greca che ha salvato altre 104 persone. Stando proprio alle prime testimonianze dei superstiti, portati a Kalamata, a bordo erano presenti circa 750 persone. Sono state le autorità italiane ad allertare le autorità greche del naufragio, intorno alle 2.30 di questa notte. I superstiti hanno raccontato che già ieri sera, intorno alle 22, l’imbarcazione era stata avvicinata da due navi che avrebbero tirato loro delle bottiglie d’acqua. Per prenderle le centinaia di persone a bordo avrebbero fatto pericolosamente oscillare il peschereccio rischiando di farlo capovolgere.

“Affondata perché si muovevano”

Sopravvissuti affermano che donne e bambini erano nelle stive. I Migranti provenivano da Siria, Pakistan, Egitto. Ventisei persone sono ricoverate nell’ospedale di Kalamata con ferite lievi o ipotermia, sono tutti uomini, giovani e di mezza età. Secondo la versione della guardia costiera greca il naufragio sarebbe stato causato dai movimenti delle persone a bordo. “La parte esterna – ha detto a ertnews.gr il portavoce della Guardia Costiera greca Nikolaos Alexiou – era piena di persone, e presumiamo lo stesso per l’interno. Ciò che i miei colleghi hanno visto quando sono andati sul posto, è che la nave era sovraccarica. A causa di uno spostamento delle persone che erano all’interno della nave, questa è affondata”.

Naufragio Grecia, Alarm Phone: “Abbattere confini Europa”

Alarm phone spiega che “ieri siamo stati allertati da una barca in difficoltà nella zona Sar greca. A bordo ci hanno detto che erano in 750, partiti dalla Libia. Il contatto è stato perso poco dopo la mezzanotte. Ora sentiamo notizie di un naufragio e temiamo che siano vere”. Poi aggiunge: “Smettetela di incolpare le persone in movimento per aver cercato di sfuggire alla vostra violenza. Smettetela di incolpare le persone in movimento per la propria morte! Stop ai respingimenti, porre fine alla morte in mare, abbattere i confini dell’Europa”.

Si tratta della strage più grave registrata nel Mediterraneo dal 2015: bisogna risalire alla strage del Canale di Sicilia, avvenuta il 18 aprile 2015 e che causò 58 vittime accertate, 28 superstiti e fra 700 e 900 presunti dispersi, per trovare un episodio di portata simile.

L’imbarcazione era partita quattro giorni fa da Tobruk in Libia ed era diretta in Italia. Nei giorni scorsi Frontex aveva già allertato sulla partenza di almeno “tre grandi pescherecci” dalla Libia orientale con 2.000 Migranti a bordo. Al momento non è chiaro se il peschereccio che si è ribaltato nella zona Sar della Grecia fosse effettivamente uno dei tre segnalati da Frontex. Tuttavia, era facile prevedere che, prima o poi, uno dei pescherecci fatiscenti partiti dalla Cirenaica con a bordo centinaia di bengalesi, egiziani e siriani, avrebbe subito un naufragi.

Von der Leyen: “Addolorata, lavorare per prevenire simili tragedie”

“Secondo le dichiarazioni delle persone che si trovavano a bordo, il numero dei passeggeri era di 750: temiamo che purtroppo il numero dei morti salirà di molto”, ha fatto sapere il governatore della regione del Peloponneso, Panagiotis Nikas, al sito di Kathimerini. Su social la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen scrive: “Sono profondamente addolorata per la notizia del naufragio al largo delle coste greche e per i tanti morti segnalati. Sono molto preoccupata per il numero di persone scomparse. Dobbiamo continuare a lavorare insieme, con gli Stati membri e i Paesi terzi, per prevenire simili tragedie”. “Profondamente rattristato dal tragico naufragio al largo della costa di Pylos nel sud della Grecia, con tante giovani vite perse. Un promemoria straziante sul fatto che dobbiamo porre fine al business senza scrupoli dei contrabbandieri. I leader dell’Ue affronteranno la questione al Consiglio europeo di giugno”. Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Già ieri Frontex aveva avvertito le autorità della presenza di un’imbarcazione “con un grande numero di stranieri a bordo”. Il peschereccio era stato avvistato da un aereo di Frontex e da due navi che passavano nella zona “senza che questo richiedesse assistenza”, affermano dalla Guardia Costiera. “Diverse telefonate consecutive da parte dalla sala operativa alla nave per offrire aiuto hanno ricevuto una risposta negativa”, prosegue il comunicato in cui si riferisce che in serata una barca della Guardia Costiera si è avvicinata per dare cibo, con gli stranieri – sostengono i greci – “che hanno rifiutato qualsiasi tipo di aiuto” esprimendo “il desiderio di proseguire il viaggio fino in Italia”. La Guardia Costiera è rimasta nelle vicinanze e quando “alle prime luci del giorno, il peschereccio si è rovesciato ed è affondato” è scattata, riferiscono le autorità greche, “un’ampia operazione di ricerca e soccorso”.

“Un’altra strage, questa volta al largo della Grecia. Quasi 80 vittime accertate al momento, ma potrebbero essere molte di più. Ecco la conseguenza della continua chiusura delle frontiere: altre vittime, altre vite distrutte – ha dichiarato Emergency -. Una strage che è diretta conseguenza delle scelte di un’Europa che persevera a chiudersi in una fortezza, come dimostra anche l’intesa sul Patto per la migrazione condivisa in Consiglio europeo: barriere rafforzate, procedure accelerate alle frontiere per respingere persone che invece dovrebbero essere accolte e tutelate”. “Politiche studiate per difendere i confini e la sicurezza nazionale, non importa a quale prezzo. – ha aggiunto l’associazione. – Istituire vie legali e sicure di ingresso, garantire il diritto d’asilo, avviare una missione navale europea di ricerca e soccorso, anche con il supporto delle ONG impegnate in mare. Queste sono le azioni urgenti da intraprendere per evitare altre stragi e preservare ciò che è più importante: la vita delle persone”, ha concluso Emergency.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.