Le accuse e le non prove
Strage Ustica, il missile “era circonciso”: tutte le fonti di Report dopo i forfait del pronipote di Connery e del giardiniere di Le Carré

Abbiamo visto ieri che il cosiddetto servizio pubblico radiotelevisivo ha mandato in onda una trasmissione (Report) confezionata per accreditare l’ipotesi che la strage di Ustica sia stata causata da un’azione israeliana, in particolare da un missile sganciato – “per un tragico errore operativo” – da un aereo dello Stato Ebraico impegnato a contrastare il traffico di “uranio arricchito” destinato a Saddam Hussein.
Essendo indisponibili sia le gole profonde della Spectre, sia il pronipote di Sean Connery, sia il giardiniere di John Le Carré, la puntata di Report è stata purtroppo costretta ad articolarsi sulle ricognizioni di un virgulto della Repubblica, Giuliano Amato, il quale giusto pochi mesi fa aveva reclamato che il presidente della Repubblica francese chiedesse scusa all’Italia perché era plateale che a tirare giù il Dc-9 Itavia fosse stato un aereo gallico, decollato coi tromboni della Marsigliese da una portaerei o da una base (da un piano bar o da un supermarket no: escluso) in Corsica.
Archiviato lo scenario delle responsabilità post-napoleoniche, di rincalzo arriva dunque Report: che sottopone il “nuovo” (mo’ lo vediamo quanto nuovo) materiale a Giuliano Amato. Il quale, impressionato, reclama ora investigazioni presso tutte le sinagoghe di ogni ordine e grado poiché, attenzione attenzione, “si è indagato per anni su scenari che avevano in partenza elementi, su cui contavano, molto più deboli di questo”. Capito? Mica elementi deboli come quelli che inducevano Amato a denunciare che i francesi avevano fatto una strage per cui dovevano scusarsi.
Elementi forti, questa volta. Li vediamo? Pronti. Report si basa sulle esplosive investigazioni di Claudio Gatti. Il cui libro – del 1994, provvidenzialmente rimpannucciato mentre continua il genocidio perpetrato dall’Entità Sionista – ha una bella mappa che illustra la scena della presunta “battaglia aerea” (che per molti, e anche per alcuni riscontri giudiziari, è una panzana bella e buona). Nella mappa, rubricata “L’attacco”, si vede il Dc-9 sopra Ustica, un po’ di roba volante intorno e, sotto, un grande velivolo identificato come “Aereo Cisterna”. Quello che avrebbe rifornito di carburante il caccia israeliano che per metterla in quel posto a Saddam, per sbaglio, avrebbe sganciato il missile contro il suddetto Dc-9.
Report spiega che ci sta, eccome se ci sta. Infatti recupera dei passanti che senza dubbio, quel giorno del 1980, avevano identificato la sagoma di un aereo israeliano: uno Kfir. Il guaio – ma stai a guardà er capello – è che nel 1980 Israele non ha cisterne per effettuare, a tanta distanza e in simili operazioni, rifornimenti in volo: né caccia intercettori dotati dei dispositivi per riceverne.
Solo nel 1981, quanto alle “cisterne volanti”, Israele disporrà della dotazione necessaria. Ma poi è il mezzo recipiente, lo Kfir individuato senza se e senza ma dai testimoni e dagli 007 di Report, a stare un po’ improbabilmente in quei cieli nell’attesa del rifornimento. Gli Kfir israeliani, infatti, a quell’altezza di tempo non avevano la sonda da rifornimento in volo (cfr. Bill Norton, On the Edge, Midland, 2004, pag. 300). La sonda da rifornimento in volo era disponibile solo per i modelli Kfir C7, in servizio dal 1983, e C10, dal 1991 (cfr. Brassey’s World Aircraft & Systems Directory 1996/97, pag. 49).
Come si fa allora? Si fa! Perché ‘n menzu ô mari che ti trovano? Un serbatoio supplementare – che evidentemente è stato venduto dagli yankee a Israele – capace di soddisfare il bisogno di carburante del caccia. E qui si aprirebbe l’ulteriore capitolo delle bubbole da servizio pubblico, ma anche per quest’oggi lo spazio è finito (ma ci torniamo, eccome se ci torniamo).
Ma, prima di chiudere, uno spunto per un possibile approfondimento: non è che il missile che ha fatto la strage era circonciso?
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