“Da Amato mi sarei aspettato una sensibilità e un rispetto istituzionale che non ho colto nelle sue parole. Ho trovato invece il compiacimento di fare un’intervista a effetto“. Matteo Renzi torna sulle parole relative alla strage di Ustica rilasciate dall’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato a Repubblica e lo fa ribadendo – nel corso della conferenza stampa a Milano dove ha annunciato la sua candidatura alle europee con Il Centro – i ruoli istituzionali ricoperti da Amato nel corso della sua lunga carriera politica. “E’ stato presidente del Consiglio, ha il dovere di spiegare perché dice certe cose oggi e quando è stato interrogato nel 2001 quelle cose non le ricordava?. Dica tutto quello che sa perché ci sono 81 famiglie che soffrono“.

Renzi si dice “profondamente amareggiato da questa vicenda e trovo che l’atteggiamento di Amato non sia stato istituzionalmente corretto. Se sa qualcosa lo dica perché lui è diventato sottosegretario di Stato a palazzo Chigi tre anni dopo questa vicenda, non 43 anni dopo“. Poi “è diventato presidente del consiglio 12 anni dopo ed è tornato 20 anni a fare il premier e poi ha fatto il presidente della Corte”, ha ricordato. “Quando parli di uno dei grandi misteri della storia di questo Paese, devi avere la consapevolezza che sul tuo cuore non c’è solo un’emozine passeggera o un sentimento traballante” ma “il peso di una comunità. Quando parli di Ustica – prosegue Renzi -ti avvicini in punta dei piedi sapendo che ci sono 81 famiglie che da 43 anni piangono vite che non si sono sviluppate per colpa di una vicenda che presenta ancora dei contorni quantomeno vergognosamente indecifrabili. Un caso di prodigiosa memoria al contrario”.

Pe Renzi un presidente del Consiglio “ha un dovere. Io sono cresciuto con il peso dei misteri. E nel 2014 ho dato ordine di desecretare migliaia e migliaia di pagine” ma “come prevedibile, le pagine uscite su Ustica non sono state risolutive, è evidente che negli atti dell’intelligence tutto quello che c’è non è sufficiente a capire cosa è successo in quella vicenda. Ma sono documenti a disposizione dei magistrati. Non ho fatto interviste e non mi spiego il perché abbia fatto Amato un’intervista, ma credo che oggi come ieri e più di ieri debba dire quello che sa”, ha concluso.

 

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