Strangolata e ritrovata nella vasca da bagno, svolta nel mistero di Lidia

Macabra scoperta e violento delitto a Pavia, in via De Petris, dove una donna di 50 anni, Lidia Peschechera, è stata ritrovata senza vita nella vasca da bagno. Il corpo in stato di decomposzione: era stato abbandonato da quasi una settimana. I carabinieri hanno arrestato un uomo, a quanto ricostruito il compagno della donna, che nell’interrogatorio ha confessato il delitto. È accusato di omicidio volontario aggravato. Il ritrovamento mercoledì pomeriggio. Un altro caso di femminicidio.

L’allarme è scattato quando il datore di lavoro della donna si è preoccupato dell’assenza prolungata, non annunciata, di diversi giorni. Altri sospetti erano emersi dai messaggi che aveva ricevuto dal cellulare della donna. A quel punto l’uomo ha contattato l’ex marito di Peschechera. I due si sono recati presso l’abitazione e non ricevendo risposta dopo aver bussato, hanno chiamato il 118 e i Vigili del Fuoco. Una scena macabra si è rivelata davanti agli agenti che hanno forzato la porta d’ingresso, sfondato una finestra, e trovato il cadavere della donna, coperto da un asciugamano, in stato di decomposizione nella vasca da bagno.

Indagando sulla vita di Lina, gli investigatori hanno scoperto che da qualche tempo conviveva con Alessio Nigro, 28 anni. A quanto riporta Lapresse i due avevano una relazione. Il 28enne aveva problemi di alcolismo ed era senza fissa dimora. Un’amica avrebbe raccontato che Lidia aveva intenzione di allontanarlo per via di alcuni suoi atteggiamenti violenti. I carabinieri lo hanno individuato e arrestato in meno di 24 ore.

Il 28enne si era rifugiato in un ostello di via Doria a Milano. Aveva con sé diverse carte di credito della 50enne, documenti della stessa, tessere di supermercati, un mazzo di chiavi dell’appartamento dell’omicidio, 190 euro in contanti e un cellulare. È stato tradotto negli Uffici del Nucleo Investigativo dell’Arma di Pavia. Interrogato dal procuratore Mario Venditti e dalla sostituta procuratrice Diletta Balduzzi ha confessato l’omicidio, per strangolamento, risalente al 12 febbraio, e quindi raccontato di aver vissuto a Pavia fino al 15 febbraio, di aver utilizzato il cellulare della vittima per scrivere dei falsi messaggi al datore di lavoro. In questo momento si trova in carcere a Pavia.