Il parere
Stretta anti-fumo, limitare la vendita ai giovani è una ventata di dirigismo: persuadere è la miglior forma

Nel “Si&No” del Riformista spazio alla stretta anti-fumo del premier inglese Rishi Sunak (aumentare l’età legale per comprare tabacco). Favorevole l’ex ministro Carlo Giovanardi (Popolo e Libertà) sottolineando però che “l’Italia non è però l’Inghilterra dove tutti rispettano le indicazioni delle autorità, qui da noi invece si studia un modo per aggirarle“. Contrario invece il direttore Andrea Ruggieri che contesta il metodo: “E’ una ventata di dirigismo. Persuadere è la miglior forma“.
Qui il commento di Andrea Ruggieri:
Dall’estero, specie dal mondo anglosassone, vengono da sempre le migliori ispirazioni da cui prendere spunto. Non questa volta. Questa volta arriva una ventata di dirigismo che io non importerei. Specie in una nazione ad altissimo tasso di dirigismo quale è già, per cultura di chi la amministra più che del proprio popolo, l’Italia. Per favore, si può chiedere allo Stato di non romperci le scatole pretendendo di ergersi a nostro papà, e vietandoci quello che secondo lui ci fa male? Perché, a parte il principio per cui gradirei ci fosse lasciata la minima libertà di avere i vizi che ci pare purché siano accettabili in termini di lesione delle altrui libertà (ok non fumare in locali pubblici, ok non guidare ubriachi, per carità), non sta davvero scritto da nessuna parte che uno Stato debba consentire solo quello che a suo giudizio faccia bene (che poi, cosa significhi, chi lo sa).
Lo Stato fissa il prezzo del tabacco ed è libero di portare il prezzo di un pacchetto a 100 euro l’uno. Non di vietarne vendita e consumo a chicchessia. E se questa libertà se la vuole prendere, glielo si deve impedire. Altrimenti, per relationem, pretendo che siano abolite la libertà di bere alcol, mangiare determinati cibi (parecchi, a dare una sbirciatina alla letteratura medica sui benefici di certi alimenti) e persino alcune bevande analcoliche, quella di fare l’amore se si è cardiopatici o se non si è svegli da almeno mezz’ora, la doccia a una determinata temperatura dopo uno sforzo, fare il bagno dopo un certo numero di minuti che si è mangiato, indossare scarpe con tacco basso che possa provocare tallonite e scoliosi, e via dicendo. E tutto sommato si aprirebbe il dibattito anche sul lasciare in vita troppi cani, che col loro respirare isterico emettono troppa anidride carbonica.
Se cominciamo ad adottare il principio che lo Stato può limitare qualunque attività umana dei suoi privati cittadini che ritenga non faccia bene, è finita. Ho sempre detto che le limitazioni di libertà, spesso eccessive, che riguardavano il Covid, andavano motivate e spiegate non già come il dovere dello Stato di proteggere i cittadini da un contagio che in 98 casi su 100 non sfociava in malattia severa (altrimenti dovremmo dichiarare contra legem i rapporti sessuali non protetti da preservativo tra sconosciuti, o anche tra persone che si conoscono ma non esibiscono prima un certificato di negatività, perché rischiano di causare l’Aids) ma motivando che se non si fosse contenuto il contagio, gli ospedali deputati a curare quei due su cento che contraevano la malattia severa non ce l’avrebbero fatta a curarli. Invece si preferì imboccare la via dello Stato padre-padrone che annullava la libertà dei cittadini-sudditi da proteggere. E perché no, da educare. E perché no, da controllare.
Come sempre, delle cose che si pensa di tradurre in legge, conta anzitutto il principio. Che non mi dispiacerebbe fosse quello di libertà, e responsabilità, non quello del soldatinismo alla cinese. In Florida si guida senza casco, se si vuole. Ti metti a rischio? Certo. Ma l’incolumità è tua e te la gestisci tu. Così, sulla highway, vedi pochi motociclisti senza casco, perché sono persuasi del fatto che ci si protegge meglio indossandolo. Non perché la legge glielo vieti. Persuadere è la miglior forma da praticare. Far riflettere e convincere. Non imporre. Io so bene che fumare non fa bene, ma se medito di smettere è perché mi hanno persuaso che i costi in termini economici, di salute e un domani forse sanitari sono superiori al beneficio peraltro contenibile di fumare. Mica perché me lo impone una legge. Se lo facesse, probabilmente da me si otterrebbe solo che io la violi più volte a settimana. Quindi qual è l’obiettivo? Persuadere i ragazzi che fumare non è una figata? Glielo si spieghi. Capiranno molti di più di quanti ottempererebbero una legge che restringe le loro libertà sacrosante.
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