Il report UE critico anche nei confronti degli altri social media
Studio UE rivela: la piattaforma X di Elon Musk amplifica la propaganda russa sull’Ucraina
La Direzione generale per le reti di comunicazione, i contenuti e la tecnologia della Commissione Europea ha nei giorni scorsi pubblicato uno studio che mette in luce il ruolo significativo della piattaforma X di Elon Musk, precedentemente conosciuta come Twitter, nel diffondere la propaganda russa riguardante l’Ucraina. Secondo la ricerca, le misure volontariamente adottate dai principali social media non sono state efficaci nel contrastare la disinformazione.
Se il Digital Services Act dell’UE fosse stato in vigore lo scorso anno, la diffusione incontrollata di disinformazione e discorsi d’odio avrebbe violato la legge, ricorda lo studio: col DSA infatti l’UE ha finalmente adottato un approccio regolamentare più aggressivo rispetto agli Stati Uniti, obbligando le grandi piattaforme social a sottoporsi a verifiche e a valutare i rischi legati alle fake news.
Durante il primo anno della guerra illegale della Russia in Ucraina, le società di social media hanno permesso al Cremlino di condurre una campagna di disinformazione su larga scala rivolta all’Unione europea e ai suoi alleati, raggiungendo un pubblico aggregato di almeno 165 milioni di persone e generando almeno 16 miliardi di visualizzazioni. Un’analisi preliminare suggerisce che la portata e l’influenza degli account sostenuti dal Cremlino sono cresciute ulteriormente nella prima metà del 2023, in particolare a causa dello smantellamento degli standard di sicurezza di Twitter.
Il gruppo di analisi no-profit Reset, che ha condotto la ricerca, ha evidenziato che non solo X, ma anche Instagram, Telegram e Facebook hanno fallito nel fermare la diffusione della propaganda russa. In particolare, Reset ha rilevato che nessuna piattaforma ha applicato in modo coerente i propri termini di servizio, soprattutto in relazione ai sistemi di notifica utente in diverse lingue dell’Europa centrale e orientale.
L’analisi mostra che l’audience per gli account sostenuti dal Cremlino è cresciuta notevolmente nel 2023, in parte a causa della decisione di Elon Musk di allentare le misure di mitigazione su tali account. Questo ha portato a un aumento del 36% dell’engagement su X, alimentando ulteriormente il dibattito sulla necessità di una regolamentazione più rigorosa delle piattaforme social.
Lo studio è l’indicazione più evidente del fatto che le misure volontariamente scelte dai social media non stanno producendo risultati effettivi, nonostante l’avvertimento del giugno scorso del commissario europeo Thierry Breton, che aveva invitato X/Twitter a lavorare per evitare multe potenzialmente massicce ai sensi del DSA. Ora, con il DSA entrato finalmente in vigore il 25 agosto, vedremo se ci saranno cambiamenti significativi.
Il rapporto getta anche un’ombra pesantissima sulle prossime elezioni europee:
Nel corso del 2022, l’audience e la portata degli account dei social media allineati al Cremlino sono aumentati sostanzialmente in tutta Europa. Queste circostanze sollevano interrogativi non solo sulle difese dell’Unione europea contro la guerra dell’informazione della Russia, ma anche sull’integrità delle elezioni europee del giugno 2024.
La soluzione, conclude il rapporto, è un’applicazione veloce ed efficace del nuovo Digital Services Act:
Le norme previste dalla DSA hanno un grande potenziale per arginare le campagne di disinformazione del Cremlino e altri attacchi sponsorizzati dallo Stato all’integrità democratica e ai diritti fondamentali. Ma devono essere applicate rapidamente ed efficacemente per contribuire a mitigare questi attacchi coordinati alla democrazia europea.
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